I sindacati scendono in piazza contro il Governo, Landini: “Priorità è tutelare il lavoro”

Erano otto anni che le due sigle sindacali non scendevano insieme in piazza per protestare contro il trattamento riservato dal governo ai lavoratori. Per Landini c’è un disagio sociale che non si può più nascondere e sbaglia il segretario della Cisl Sbarra, che chiede invece di evitare manifestazioni in nome dell’emergenza sanitaria. 

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I sindacati scendono in piazza per protestare contro il governo e si tratta per certi versi di un momento storico. Erano otto anni che Cgil e Uil non si riunivano nello stesso giorno per protestare contro le scelte di un esecutivo. L’ultima volta era il 2014, e al governo c’era Enrico Letta, anche se a onor del vero in quel caso l’oggetto delle contestazioni erano le misure introdotte da Renzi nella precedente legge di stabilità, tra cui il  tanto famoso e giustamente vituperato Jobs Act. E così a distanza di tempo, si torna invece a protestare tutti insieme, sotto lo slogan di “insieme per la giustizia”. La Cgil ha chiesto fin da subito il massimo supporto possibile da parte dei lavoratori per combattere un’emergenza economica e di sfruttamento che non ha precedenti nella storia. I salari sono sempre più bassi a fronte di una crisi economica forse calmierata negli ultimi mesi, ma che comunque ha prodotto nuove sacche di povertà impossibili da nascondere. I sindacati chiedono in primo luogo al governo maggiori fondi per redditi più bassi e delle leggi che contribuiscano a combattere un precariato che ogni anno aumenta, come fosse un vortice senza fine. Anche il tema della riforma delle pensioni viene considerato prioritario, e la Cgil continua ad insistere sulla necessità di cambiare i requisiti per tutti coloro che sono impegnati in lavori gravosi. Non è ammissibile che di fronte a professioni così usuranti per il fisico, il governo costringa i cittadini a lavorare per così tanti anni. 

L’esecutivo guidato da Mario Draghi sostiene dal canto suo, di non aver mai negato il dialogo a nessuno, ed è per questo che un nuovo incontro con Cgil e Uil è previsto per la giornata di Lunedì 20 Novembre. Un incontro che però i sindacati ritengono tardivo e fintamente riparatore vista la linea dura, durissima, tenuta da Draghi durante le riunioni. Non bisogna dimenticare che il gesto delle scorse settimane del premier, di alzarsi e lasciare il tavolo in modo così brusco e perentorio durante le trattative, ha creato una distanza e un gelo profondo tra le parti. I sindacati chiedono al governo un nuovo tipo di dialogo, che permettano loro di incidere realmente sulle riforme varate. Com’era anche normale che fosse, lo sciopero è stato fortemente criticato da Carlo Bonomi di Confindustria, che lo considera l’ennesimo tentativo di penalizzare i lavoratori con richieste insostenibili per la nostra industria.

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Il Presidente di Confindustria cita anche la questione sanitaria, affermando che “una parte del sindacato ritiene che andare in piazza sia la soluzione, noi riteniamo che la soluzione sia un’altra, ovvero il dialogo. Andare in piazza in questo momento dopo quello che ha sofferto il paese dal punto di vista sanitario ed economico non e’ la strada corretta”. Anche la Cisl non è d’accordo con questo sciopero. La Confederazione italiana dei Sindacati dei Lavoratori sostiene infatti che in questa “delicata fase”, bisogna continuare con il dialogo con il governo. Anche perché, “gli avanzamenti conquistati in questo mese dall’azione sindacale nella Legge di bilancio sono rilevanti e positivi, integrando molte delle nostre rivendicazioni su ammortizzatori sociali, abbassamento delle tasse su lavoratori e pensionati, sanita’ e contratti pubblici, non autosufficienza, politiche sociali, fondo caro bollette”. Per questo il presidente della Cisl Sbarra ha chiesto a più riprese alla Cgil e la Uil di ripensarci. 

Dal canto loro, i due leader Landini e Bombardieri si sono limitati a rispondere che non si tratta di uno sciopero contro il sindacato di Via Po, e che dunque questa manifestazione non è orientata a creare divisione all’interno dei sindacati. Anzi, è stato invece chiarito in proposito che subito dopo la manifestazione di oggi, vi sarà la massima disponibilità a continuare un cammino comune per difendere i diritti dei lavoratori. Allo sciopero prenderanno parte non soltanto i dipendenti pubblici e privati, ma anche gli studenti che fanno parte della “rete degli studenti” e della sigla Udu-Unione. Presenti anche i pensionati di Spi-Cgil. 

Per il segretario della Cgil Landini questo sciopero è fondamentale. In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano ha infatti spiegato che non teme “L’accusa di fare politica, perché è nella natura del sindacato confederale promuovere istanze che richiedono una profonda trasformazione sociale. Il sindacato ha il dovere di rappresentare il disagio e scongiurare lacerazioni sociali, ha il compito di tutelare il lavoro e rafforzare la democrazia”.  Lo sciopero, spiega il segretario, ha il solo scopo di unire i lavoratori in una lotta comune, e non certo quello di dividere come hanno sostenuto alcuni in questi giorni

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Per questo secondo Landini chi oggi critica questo sciopero dovrebbe riflettere sul fatto che così facendo, si limita semplicemente a nascondere un malessere sempre più diffuso e a cui nessuno, in nome dell’unità nazionale e dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, sembra più disposto a dare voce. 

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