Quirinale: Salvini non ci sta, e dice “no” a Letta

Il leader della Lega non accetta proposte dal centrosinistra: il nome del candidato presidente della Repubblica arriverà direttamente dalla destra. 

Salvini e Letta
Salvini e Letta

Niente accordi, niente condivisioni, niente mediazioni: il nome del candidato alla presidenza della Repubblica non sarà frutto di confronti. Matteo Salvini respinge al mittente le proposte di Enrico Letta e del PD: «Dopo decenni di nomi proposti o imposti dalla sinistra, questa volta i numeri offrono al centrodestra l’onore e l’onere di avanzare una proposta, quindi non accettiamo veti, esclusioni o arroganze». Parole chiare, che sembrano riferite in maniera evidente al veto sul nome di Berlusconi, ritenuto “divisivo”.

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Insomma, il centrodestra avanzerà la sua proposta di candidatura, e poi si verificherà al momento del voto a condivisione che quel nome riuscirà a creare. Al momento appare questa la situazione. In realtà i “no” di Salvini a Letta sono stati ben tre: all’idea di un accordo per trovare un nome condiviso, all’ipotesi Mattarella-bis e al tentativo di immaginare un futuro al Quirinale per Mario Draghi: «Non bisogna tirare per la giacca Mattarella e il premier Draghi, che deve restare a Palazzo Chigi» è, in sintesi, la linea che Matteo Salvini sta proponendo.

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi

Una posizione confermata anche dai capigruppo leghisti alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo: «Per Enrico Letta oggi Silvio Berlusconi è un candidato divisivo per il Colle, ma nel 2013 l’attuale leader del Pd elemosinava i voti di Berlusconi. Salvo poi definirlo entusiasticamente “Un grande” quando il Cavaliere assicurò la fiducia al governo Letta, anche se aveva un piede fuori da Palazzo Madama per effetto della Severino». Una sorta di doppia morale, quella del centrosinistra, almeno secondo i due leghisti. Un atteggiamento che non può essere recepito: «La stessa sinistra che aveva candidato Prodi capo dello Stato, non ha mai mediato col centrodestra e adesso — per la prima volta dopo decenni — chiede scelte condivise per il Quirinale perché non ha i numeri». E dunque, la conclusione è inevitabile: «Nessuna lezione, nessun veto».

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E dunque, centrodestra unito a sostegno di Berlusconi? In realtà il nome del leader di Forza Italia non compare in nessuna nota, che siano rilasciate dalla Lega o da Fratelli d’Italia. C’è una sorta di “identikit politico”, che arriva dall’entourage di Salvini: «Il prossimo presidente della Repubblica dovrà avere ben chiara la necessità di una riorganizzazione della Giustizia a partire da una profonda e radicale riforma del Csm: abbiamo vissuto e stiamo vivendo scandali inaccettabili. Per il Quirinale serve un profilo liberale e garantista». Caratteristiche che potrebbero essere riferite a Berlusconi, ma non per forza.

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