Donna disabile con tumore deve operarsi a Roma: le impediscono l’imbarco perché ha solo una dose

La denuncia del marito della donna:«Siamo segregati, ai domiciliari. Dalla Sardegna non possiamo spostarci, questa è discriminazione»

porto-Meteoweek.com

Una donna di Cagliari stava partendo per Roma dove avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento urgente per via di un tumore, al Policlinico Gemelli. Ma la donna, disabile, si è vista impedire l’imbarco perché era vaccinata solo con una dose, somministratale tre giorni prima, e di un test negativo eseguito il giorno stesso della partenza. A quel punto, la donna è stata costretta a saltare l’operazione. «Mia moglie doveva subire un intervento urgente mercoledì 12 gennaio al Gemelli di Roma, perché affetta da tumore», ha detto il marito all’AdnKronos. «Avendo noi fatto il vaccino il 7 gennaio, e non essendo dunque ancora trascorsi i 15 giorni per l’arrivo del Green pass, abbiamo ottenuto dal nostro medico un certificato che attestava come io e lei, io come accompagnatore perché lei è invalida al 100%, potessimo partire», ha proseguito l’uomo.

Leggi anche:—>Sanremo, festival e Covid: regole ferree ma non ci sarà nuovo caso Irama

Marito e moglie si sono quindi recati al porto convinti di poter partire il 10 gennaio, ma una volta giunti all’imbarco, «sotto la nave ci hanno chiesto il green pass, sostenendo che tutto quello che avevamo non bastava. Ci hanno mandato alla biglietteria, da lì al comandante, e poi di nuovo alla biglietteria. Si sono fatte le 22, e a quel punto non ci hanno fatto partire».

Era un intervento importante, atteso da tempo, e ora dovrà essere pianificato di nuovo a data da destinarsi. «Siamo dovuti tornare a Cagliari e mia moglie ha fatto tutto il viaggio in lacrime», continua Giuseppe.«Siamo segregati, ai domiciliari. Da Roma a Milano posso andare in macchina, ma da Cagliari? Dalla Sardegna? Questa è discriminazione, siamo in un apartheid».

Leggi anche:—>Positivi al Covid Parolin e Pena Perra: i primi collaboratori del Papa

I coniugi hanno deciso di rivolgersi all’Anas e il presidente dell’associazione sarda Claudio Cugusi, a tal proposito ha sottolineato:«Senza entrare nel merito delle polemiche vax-no vax, ci sembra assurda la condizione di intrappolamento in cui versano oggi i sardi a seguito delle norme del governo e che ancora una volta dimostrano quanto sia penalizzata la Sardegna rispetto all’Italia. È una condizione atavica che diventa ancora più drammatica in questo momento in cui si traduce, nei fatti, in cure negate».

Nel frattempo, la coppia dovrà aspettare di fare la seconda dose, prevista per il 4 febbraio. Il marito chiosa spiegando che sua moglie «non sta bene non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. È preoccupata, non doveva succedere che un paziente subisse questa situazione. L’ospedale si è reso disponibile ad attendere, ma questa storia è una vergogna, e noi vogliamo che sia fatta chiarezza. Perché stiamo vivendo in un regime, non è accettabile. In questi momenti, vedendo mia moglie così, mi vergogno di essere italiano».

Impostazioni privacy