Vescovo vieta ai non vaccinati di distribuire la comunione: minacciato

È successo al vescovo di Teano-Calvi, in provincia di Caserta. A Cremona la diocesi ha fatto la medesima scelta

comunione-Meteoweek.com

Il vescovo Giacomo Cirulli di Teano-Calvi, in provincia di Caserta, è stato il primo all’interno della chiesa a vietare ai non vaccinati di distribuire la comunione. La cosa ha scatenato una serie di minacce sul web, per cui è intervenuta la Digos che sta indagando in merito. A Cremona, il vescovo Antonio Napolioni ha mandato una lettera alla sua diocesi scrivendo: «la comunione sia distribuita da ministri vaccinati o si incarichi persona idonea».

Cirulli, in un colloquio con l’Avvenire, ha parlato dell’attenzione che la Digos ha riservato al suo caso:«Sono venuti a trovarmi, non su mia richiesta, alcuni ispettori della Digos che stanno attenzionando la vicenda. La mia è stata una decisione presa in conseguenza del grave peggioramento della situazione pandemica. Sulla scia delle parole del Papa e nella linea della Chiesa italiana. Ho avuto notizia da parte di fedeli preoccupati che c’erano sacerdoti, diaconi, laici e laiche che distribuivano le particole consacrate non essendo vaccinati.

Quando queste segnalazioni sono aumentate, ho pensato di intervenire. Tutto qui. Mi sembrava e mi sembra una scelta di semplice buon senso. Presa per difendere la salute dei fedeli vaccinati e anche quella dei sacerdoti e dei ministri straordinari dell’eucaristia non vaccinati. E invece si sono scatenati i cosiddetti leoni da tastiera che mi hanno riempito di insulti e minacce», ha chiosato.

Leggi anche:—>Positivi al Covid Parolin e Pena Perra: i primi collaboratori del Papa

Come già detto, anche il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni si è allineato con il vescovo di Teano, scrivendo una missiva a tal proposito indirizzata a sacerdoti, diaconi e religiosi della diocesi.

Leggi anche:—>Il Covid spazzerà via 52 milioni di posti di lavoro quest’anno

Il vescovo cremonese invita i fedeli a «essere testimoni di fiducia, senso di responsabilità e attenzione al bene comune, compiendo un atto di amore che è costituito dalla vaccinazione». Napolioni prosegue asserendo che «diventa opportuno che i presbiteri, per prestare servizio nelle celebrazioni, abbiano sempre cura di trovarsi in una delle tre condizioni previste dalla legge: vaccinazione, guarigione da non oltre 180 giorni, o test negativo. La comunione sia distribuita da ministri vaccinati o si incarichi persona idonea, religiosa o laica, dotata di avvenuta vaccinazione».

Impostazioni privacy