Strage Licata, le ultime parole del killer:«Non ho diritto di far vivere i miei figli con un padre assassino»

Due carabinieri hanno cercato di far desistere Angelo Tardino, killer del fratello, della cognata e dei suoi nipoti, dal suicidio ma l’uomo si è tolto la vita

Strage Licata-Meteoweek.com

Due carabinieri hanno cercato di far desistere il killer di Licata, Angelo Tardino, dal suicidarsi, dopo che aveva assassinato suo fratello, la cognata e i due nipoti. Per evitare che si sparasse, i due militari lo hanno tenuto al telefono per 20 minuti, ma non sono riusciti a impedire che si togliesse la vita, nonostante avessero nel frattempo localizzato l’auto da cui l’uomo parlava in lacrime.

Erano le 8 del mattino e ad allertare i carabinieri era stata la moglie di Tardino, che, sotto choc, li aveva avvisati del delitto commesso dal marito, ovvero lo sterminio della famiglia del cognato Diego, il primo a cui il killer ha tolto la vita. L’assassino era rientrato a casa in fretta e furia e aveva detto alla moglie Mariella:«Li ho ammazzati tutti, ora mi vado ad uccidere».

E poi è fuggito di corsa con l’auto. La donna ha quindi subito chiamato i carabinieri, scongiurandoli di cercare il marito. I militari lo hanno inseguito e dalla caserma il brigadiere Cuttaia, 52 anni, ha contattato per telefono il killer. Al telefono con il carabiniere, l’assassino dice:«Non so nemmeno perché l’ho fatto. Non mi rendo conto, mio fratello, sua moglie, i bambini… Come ho potuto, anche se le liti… Non ho diritto di fare vivere i miei figli con un padre assassino. Ora mi sparo…».

Le ultime parole del killer ai carabinieri

Angelo Tardino-meteoweek.com

Il brigadiere gli grida di fermarsi:«Nooo. Non puoi farlo proprio per i tuoi figli. Ho anch’io due figli e non possiamo permetterci di farli vivere senza di noi». E il killer replica:«Ma ho fatto la cosa peggiore al mondo, uccidere un fratello. Non merito di vivere. E non voglio finire in carcere...».

Il brigadiere cerca ancora di farlo desistere:«La situazione è tragica, ma hai una famiglia. Se ti consegni, se vieni qui, tu ci sarai sempre per tua moglie, i bambini. Comunque, li vedrai crescere e loro hanno diritto a sapere che il padre esiste». E l’uomo:«Nessuno mi perdonerà mai».

E ancora il carabiniere: «Esistono le attenuanti. Tu parli con noi, con me, e vediamo…». Ma lui: «Non merito di vivere. Lo so. Ma non trovo il coraggio di uccidermi». Infine il carabiniere: «Tu devi trovare il coraggio di vivere».

Alessandra Ballacchino e Alessia Tardino, cognata e nipote uccise dal killer-meteoweek.com

L’uomo piangeva disperatamente e il brigadiere passa al killer il tenente al telefono, mentre i colleghi fanno sapere di aver localizzato l’auto. Il tenente Caccetta dice al killer:«Adesso parla con me. Sono in abiti borghesi, ti raggiungo dove vuoi, da solo, senza armi…».

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Ma il killer: «Non ce la faccio a vivere». Il tenente incalza: «Hai l’obbligo di vivere. Ogni mattina i nostri figli ci dicono “torna a casa”. E noi sappiamo che dobbiamo farcela per loro. Pure tu…». 

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Tardino scoppia nuovamente a piangere, ma poi la conversazione termina. L’uomo si è tolto la vita.

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