La rielezione di Mattarella ha messo in crisi il Movimento 5 Stelle

Tutti i partiti sono usciti sconfitti dalle Quirinarie, ma per i 5 Stelle si è trattato di una vera e propria debacle. 

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La rielezione di Mattarella sembra aver portato come prima conseguenza una profonda frattura all’interno del Movimento 5 Stelle. Contrasti che oltretutto sono avvenuti davanti all’opinione pubblica, con un acceso botta e risposta tra Conte e Di Maio che sembra certificare l’inizio di un vero e proprio scontro tra i due. 

Il Ministro degli Esteri, storico e influente esponente dei pentastellati, ha infatti chiesto una “riflessione interna” per quella che lui considera un vera e propria sconfitta politica. L’ex premier, interrogato da giornalisti sulle parole di Di Maio, gli ha risposto a stretto giro spiegando che adesso sarà necessario un “chiarimento interno”, perché se il Ministro degli Esteri “ha delle posizioni le chiarirà perché anche lui era in cabina di regia”L’affondo dell’ex premier è forte, in quanto accusa Di Maio di voler accusare o ripudiare quella stessa cabina di regia pentastellata che lo ha visto coinvolto in prima persona. Un modo dunque per smarcarsi dal fallimento delle trattative per il Quirinale. Il capo della Farnesina però non ha gradito la replica di Conte: “Decisioni in cabina di regia? Non si è mai parlato di fare annunci roboanti su presunti accordi raggiunti con Pd e Lega, oggi smentiti anche dal segretario dem Letta. Non si provi a scaricare le responsabilità su altri. È chiaro che ci sono diversi aspetti che vanno chiariti”. Forse un po ‘a sorpresa, a prendere le difese di Conte è stato poi Alessandro Di Battista, che ha lasciato il Movimento alcuni mesi fa in disaccordo con la scelta di sostenere il governo Draghi. Secondo l’attivista  “da anni è necessaria una riflessione politica all’interno del Movimento ma è vigliacco mettere oggi sul banco degli imputati l’ultimo arrivato che al netto di idee diverse su alcune questioni considero persona perbene e leale”. Sono in molti inoltre a sostenere che adesso l’ex premier sembra sempre più convinto della necessità di andare verso elezioni anticipate e lasciare dunque la maggioranza di governo. In tal senso potrebbe instaurare un inedito asse con Di Battista, e chissà che questi non possa tornare all’interno del movimento se davvero si decida di staccarsi dal governo Draghi. 

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Anche il premier è uno dei grandi sconfitti di queste elezioni. 

Come ha confermato il deputato leghista Claudio Borghi nel corso di una diretta streaming con i suoi sostenitori, Draghi fin dall’inizio si era proposto per sostituire Mattarella al Quirinale, incontrando però le resistenze dei partiti che non hanno mai realmente caldeggiato per la sua nomina. Lo stesso giornalista Massimo Giannini aveva raccontato di un aut aut che il premier aveva dato ai partiti, secondo cui era disposto a lasciare Palazzo Chigi laddove i partiti non avessero sostenuto la sua candidatura al Quirinale.  Nella giornata di oggi, il premier dovrebbe convocare un consiglio dei Ministri per discutere del futuro dopo queste elezioni. La situazione non è semplice, in quanto tutti i partiti escono sconfitti dalle Quirinarie. Potrebbe anche delinearsi all’orizzonte un rimpasto di governo che permette all’esecutivo di ridefinirsi e mantenersi saldo al timone del governo fino al 2023. A fare la differenza in tal senso, saranno i colloqui privati a cui Draghi prenderà parte nei prossimi giorni con i vari leader della maggioranza, e che chiarificheranno quale futuro attende l’ex Presidente della Bce. 

Salvini dovrebbe convocare a breve un consiglio federale della Lega per riflettere sulle strategie future e sull’asse con il centrodestra che al momento sembra essersi spezzato. Giorgia Meloni infatti non ha usato mezzi termini parlando di una coalizione che si è spaccata con la riconferma di Mattarella. Il leader leghista è l’accusato principale, e per questo la Meloni ha dichiarato che sarà adesso suo compito rifondare il centrodestra, dopo essersi sentita tradita dal suo alleato politico. 

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Il centrodestra sinistra, al di là delle tensioni interne ai 5 Stelle, ha confermato la debolezza atavica che lo accompagna nel sostenere una candidatura in modo compatto, e la rielezioni di Mattarella in tal senso è molto più di una semplice sconfitta, quanto invece la certificazione di un’unità di intenti che nella realtà dei fatti non esiste. Non ci sono novità per il momento sulle dimissioni del Ministro allo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, ormai da settimane in rotta con il premier. Incontrerà a breve Draghi e sarà probabile un incontro fondamentale per il futuro dell’esecutivo. 

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