Patrick Zaki verso la prossima udienza: “Sono in ansia, ma sono ottimista”

Patrick Zaki, verso la prossima udienza del processo a suo carico: “Sono in ansia, ma sono ottimista”. Il giovane, raggiunto dai giornalisti: “Non lascerò l’Egitto per sempre. Questo è il mio Paese. Non lo abbandono”.

Patrick Zaki verso la prossima udienza - meteoweek.com
Patrick Zaki verso la prossima udienza – meteoweek.com

Tornato libero dopo 670 giorni di prigionia, lo studente egiziano dell’Alma Mater di Bologna, Patrick Zaki. La scarcerazione del 30enne è avvenuta l’8 dicembre scorso, sebbene non sia ancora stato assolto dalle accuse nei suoi confronti. In questo mese di febbraio, infatti, si terrà la quarta udienza del processo a suo carico. Nel frattempo, raggiunto dal Corriere della Sera, queste le parole che il giovane aveva rilasciato in merito alla sua drammatica esperienza di prigionia: “Grazie a chi mi ha sostenuto. Non vedo l’ora di tornare e riabbracciare tutti”.

In attesa della quarta udienza, Zaki: “Sono ottimista”

Sono ottimista, siamo ottimisti. Ovviamente sto anche in ansia. So bene che c’è la possibilità di tornare indietro alla casella di partenza, so che esiste lo scenario peggiore. Ci penso. In queste settimane non ho ricevuto alcun segnale che mi desse indicazioni. Ormai comunque manca poco, partenza all’alba dal Cairo per arrivare in tempo a Mansura e via. Aspetterò all’esterno del tribunale con gli amici e la famiglia. A rappresentarmi dentro l’aula ci sarà il mio avvocato, Hoda Nasrallah”. Queste sono invece le parole che Patrick Zaki ha rilasciato a La Stampa, riguardo la nuova udienza del processo a suo carico.

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Alla luce dei fatti, e della mobilitazione e dell’impegno mostrati dall’Italia in merito al suo caso, il giovane ha anche sottolineato che non si sarebbe “mai immaginato tanta popolarità“. “Sono una persona normale come lo sono i miei genitori – ha spiegato Zaki – ero uno studente tra migliaia e ora mi conoscono in tutta Bologna e in tutta Italia. Ho interloquito con Liliana Segre, il presidente Sergio Mattarella mi ha citato due volte, i diplomatici dell’ambasciata italiana in Egitto sono stati più che presenti. Sto vivendo tutto questo affetto a distanza ed è molto intenso, mi porto dentro l’esperienza del carcere ma anche la solidarietà che ha generato. Qualsiasi cosa accada, sarò sempre grato a Bologna, all’Italia“.

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Raggiunto anche dai giornalisti de La Repubblica, Zaki ha poi parlato di quelli che sono i suoi progetti per il futuro. “Il più immediato è tornare a Bologna, il prima possibile e rimanere lì per un periodo lungo. Spero di essere con i miei colleghi per l’inizio del prossimo semestre, che è fra pochi giorni. Cosa succederà dopo non lo so: so che continuerò a lavorare sui diritti umani”. Ma, nonostante tutto, il ricercatore non ha intenzione di abbandonare il suo Paese. “Non lascerò l’Egitto per sempre. Il mio lavoro riguarda l’Egitto. Non voglio scappare. Io partirò quando si potrà ma la mia famiglia resterà qui: verrà a trovarmi certo, ma questo è il mio Paese. Non lo abbandono“, ha infatti ribadito Zaki. Si ricorda che il 30enne rischia una condanna di altri 5 anni di carcere in Egitto, con l’accusa di diffusione di notizie false – ma a suo carico era stato aperto anche un dossier relativo all’istigazione al terrorismo.

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