Ratzinger e la lettera sugli abusi sessuali nella Chiesa: “Chiedo perdono”

“Sono vicino alle vittime ma non sono un bugiardo” dice Benedetto XVI sull’ennesima inchiesta sui preti pedofili nella Chiesa Cattolica

Una lettera per parlare delle presunte colpe della Chiesa e chiedere perdono per gli abusi sessuali compiuti dai preti ai danni di minori nelle parrocchie di Monaco e Frisinga, in particolare nel periodo in cui fu arcivescovo della città. Joseph Ratzinger scrive di “grandissima colpa” ma afferma di non essere stato a conoscenza di ciò che accadeva. L’inchiesta di un rapporto sulla vicenda insinua infatti che il Papa emerito possa avere coperto alcuni responsabili.

Mi colpisce sempre più fortemente che giorno dopo giorno la Chiesa ponga all’inizio della celebrazione della Santa Messa – nella quale il Signore ci dona la sua Parola e se stesso – la confessione della nostra colpa e la richiesta di perdono” scrive Benedetto XVI nella testo diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede. “Preghiamo il Dio vivente pubblicamente di perdonare la nostra colpa, la nostra grande e grandissima colpa. E’ chiaro che la parola ‘grandissima’ non si riferisce allo stesso modo a ogni giorno, a ogni singolo giorno. Ma ogni giorno mi domanda se anche oggi io non debba parlare di grandissima colpa. E mi dice in modo consolante che per quanto grande possa essere oggi la mia colpa, il Signore mi perdona, se con sincerità mi lascio scrutare da Lui e sono realmente disposto al cambiamento di me stesso“.

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In tutti i miei incontri, soprattutto durante i tanti Viaggi apostolici, con le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti, ho guardato negli occhi le conseguenze di una grandissima colpa e ho imparato a capire che noi stessi veniamo trascinati in questa grandissima colpa quando la trascuriamo o quando non l’affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade“, aggiunge Ratzinger. “Ancora una volta posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono“.

LA CHIESA APRA UNA UNA NUOVA FASE DI DISCUSSIONE

Le scuse di Ratzinger sono importanti ma da sole non bastano. Gli scandali di preti che hanno abusato di minori non sono limitati alla sola inchiesta tedesca, ma sono quasi un problema endemico all’interno della Chiesa con decine di migliaia di vittime accertate nell’arco di decenni. Canada, Stati Uniti, Irlanda, Australia, Olanda, Belgio, Italia: in praticamente tutti i Paesi dove vi è una forte presenza di preti cattolici sono venuti a galla gravi casi di pedofilia ed è ora che il Vaticano ragioni sulle cause di questo drammatico fenomeno. Ma non solo, è quasi una consuetudine delle dirigenze ecclesiastiche non punire i colpevoli, negare dove possibile, per poi insabbiare i casi e trasferire i responsabili. Un fatto ormai quasi “normale” ma che dovrebbe invece passare dalle aule di giustizia.

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RATZINGER DICE CHE NON SAPEVA

La lettera continua ancora con Benedetto XVI che afferma di avere auto “grandi responsabilità nella Chiesa cattolica” ma non nel coprire i casi di pedofilia. “Nel lavoro gigantesco di quei giorni – l’elaborazione della presa di posizione – è avvenuta una svista riguardo alla mia partecipazione alla riunione dell’Ordinariato del 15 gennaio 1980. Questo errore, che purtroppo si è verificato, non è stato intenzionalmente voluto e spero sia scusabile. Ho già disposto che da parte dell’arcivescovo Gaenswein lo si comunicasse nella dichiarazione alla stampa del 24 gennaio 2022. Esso nulla toglie alla cura e alla dedizione che per quegli amici sono state e sono un ovvio imperativo assoluto. Mi ha profondamente colpito che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità, e addirittura per presentarmi come bugiardo” aggiunge il Papa emerito.

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Sempre più comprendo il ribrezzo e la paura che sperimentò Cristo sul Monte degli Ulivi, quando vide tutto quanto di terribile avrebbe dovuto superare interiormente. Che in quel momento i discepoli dormissero rappresenta purtroppo la situazione che anche oggi si verifica di nuovo e per la quale anche io mi sento interpellato. E così posso solo pregare il Signore e supplicare tutti gli angeli e i santi e voi, care sorelle e fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro”. 

BENEDETTO XVI E’ MALATO?

Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita” continua Ratzinger, prendendo coscienza di essere molto anziano (ha 94 anni) e probabilmente in condizioni di salute precarie. “Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito)“.

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In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte. In proposito mi ritorna di continuo in mente quello che Giovanni racconta all’inizio dell’Apocalisse: egli vede il Figlio dell’uomo in tutta la sua grandezza e cade ai suoi piedi come morto. Ma Egli, posando su di lui la destra, gli dice: ‘Non temere! Sono io…’” conclude Benedetto XVI.

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