Draghi: “Riforma giustizia è prioritaria. Non sarò a capo di una coalizione”

Durante la conferenza stampa di oggi il premier ha illustrato la riforma della Giustizia e spiegato quale sarà il suo futuro dopo il 2023

Al via la riforma della Giustizia fortemente voluta dal premier Mario Draghi e dalla guardasigilli Marta Cartabia che è stata presentata oggi in conferenza stampa, la quale prevede modifiche all’ordinamento giudiziario con lo stop alle porte girevoli. Oltre al presidente del Consiglio e la ministra era presente anche il ministro dell’Economia Daniele Franco.

Sono stati raggiunti obiettivi importanti. La condivisione dell’impianto della riforma, la delimitazione delle aree dove permangono differenze di vedute, l’impegno ad adoperarsi con i capigruppo per avere priorità assoluta in parlamento entro l’elezione del nuovo Csm, il rispetto dei tempi” ha affermato Draghi ai giornalisti. Durante il Consiglio dei ministri che ha dato l’approvazione alla riforma “c’è stata questa consapevolezza della necessità di un pieno coinvolgimento delle forze politiche. Quindi niente tentativi di imporre la fiducia. È un provvedimento di portata tale che necessita di questa apertura” e ha aggiunto che c’è stato l’impegno “di tutti ministri a sostenere con i propri partiti questa riforma“.

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Per la ministra Cartabia questa “era una riforma ineludibile per la scadenza del Csm in carica. Ma anche per accompagnare la magistratura in questo percorso di rinnovamento della fiducia. Questa riforma era dovuta ai tantissimi magistrati che lavorano silenziosamente fuori da ogni esposizione. E lo dobbiamo ai cittadini che hanno il diritto di recuperare piena fiducia nella nostra magistratura“. “Abbiamo messo mano al sistema elettorale del Csm” ha proseguito Cartabia “riscritto il capitolo delle ‘porte girevoli’ per i magistrati che entrano in politica, modificato in modo incisivo le modalità di nomina del Csm e dei vertici apicali per evitare ‘nomine a pacchetto’ e accordi non virtuosi“.

“NON PROSEGUIRO’ IN POLITICA”

Il presidente del Consiglio si è poi soffermato sulle domande dei giornalisti che chiedevano se fosse per lui possibile un futuro come capo di una coalizione di Centro. “Lo escludo – risposto Draghi -. Ho visto che tanti politici mi candidano a tanti posti in giro per il mondo mostrando grande sollecitudine, ma vorrei rassicurarli che se decidessi di lavorare un lavoro lo trovo da solo…

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E discutendo della situazione economica dell’Italia “nel primo trimestre c’è un rallentamento della crescita, le cifre dell’Italia sono meno marcate di altri paesi europei anche se la Commissione per l’Italia prevede una crescita del 4,1, superiore a quella di Francia e Germania. Ci sono rischi sul prezzo dell’energia energia e sull’inflazione. Abbiamo presenti queste categorie di rischi e governo sta lavorando. L’importante è mantenere la crescita per affrontare i mercati con fiducia” ha detto Draghi.

E sullo spread, grande spauracchio degli economisti afferma “In questo momento lo spread è del 4,5 per la Spagna, del 5,7 per l’Irlanda, del 4,4 per il Belgio, per l’Italia è del 3,33, gli spread sono aumentati per molti paesi, non per tutti, e l’aumento italiano è inferiore a quello di tanti altri paesi. Noi partiamo da una base di spread più alto e da volume di debito più alto e per questo dobbiamo spendere bene e vigilare sui conti, sul debito“.

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IL FUTURO DI ITA

Non si è discusso solo di Giustizia e del futuro di Draghi durante la conferenza. Il ministro Franco ha parlato anche del lavoro che sta portando avanti intorno all’ex-Alitalia. “Oggi abbiamo illustrato al Consiglio dei ministri il Dpcm che dovrebbe avviare il processo di ricerca di un partner per Ita. Seguiremo le usuali procedure: offerta pubblica o vendita diretta” ha detto Franco “Non abbiamo un programma in cui predeterminiamo i tempi“.

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