Ucraina, Kaja Kallas: «Colpiamo Putin nella finanza. Da Estonia aiuti militari»

Il Primo Ministro dell’Estonia sostiene che il primo e secondo pacchetto di sanzioni non siano abbastanza e che si debba fare di più colpendo finanziariamente la Russia. 

Kaja Kallas – Meteoweek

Kaja Kallas, il Primo Ministro dell’Estonia, ritiene che il prossimo passo da fare per colpire la Russia sia quello di isolare dal punto di vista finanziario Vladimir Putin.

Colpire la finanza

La Premier estone sostiene che l’Europa così come la NAT O possano fare di più e colpire ancor più nel profondo la Russia. «Credo che le criptovalute vadano sottoposte a sanzioni e che tutte le banche russe debbano essere escluse da Swift». L’Estonia, così come tanti altri Paesi, ha già inviato in Ucraina aiuti militari per «oltre 200 milioni di euro».

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E se Putin attaccasse l’Estonia?

«Siamo nella NATO. – afferma il Primo Ministro Kallas – E siamo coperti dall’art.5: se Putin attacca noi, attacca l’Italia, la Germania, gli Stati Uniti e questo sarebbe un passo troppo grande». E poi aggiunge: «Al momento, non vedo segnali in questo senso». E sulla possibilità che la NATO si espanda in Europa, il Premier estone si dice «favorevole» all’investimento di tutti i governi nella difesa e nell’esercito per non farsi trovare impreparati nel caso in cui dovessero verificarsi «minacce come quella russa». Ma, allo stesso tempo, dice no alla creazione di una struttura alternativa alla NATO.

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L’Estonia, intanto, ha aperto le porte ai profughi provenienti dall’Ucraina: «Ci stiamo preparando ad accogliere 10 mila persone, che qui sono molte. La direttiva europea rilasciata la settimana scorsa applica lo stato di rifugiati solo agli ucraini. Ma la situazione alla frontiera cambia ogni ora». E, sulla possibilità di istituire lo stato di emergenza come fatto dalla Lituania, Kallas spiega: «La situazione è diversa: la Lituania è al confine con la Bielorussia che è in guerra al fianco di Putin. Al momento, non abbiamo registrato minacce per cui possiamo prendere le nostre decisioni senza lo stato di emergenza»

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