Ong umanitarie: guerra Ucraina rischia di aggravare crisi alimentare in Medio Oriente e Nordafrica

I due paesi in guerra sono infatti tra i maggiori esportatori di cibo in quelle zone del mondo, già messe a dura prova.

Il conflitto rischia di aggravare una crisi alimentare preesistente che colpisce milioni di persone.

Secondo Human Rights Watch nel 2020 10 milioni di persone non sono riuscite a procurarsi cibo a sufficienza – Meteoweek

Nuovo allarme sulla guerra in Ucraina da parte di Human Rights Watch (Hrw). C’è il pericolo che il conflitto scoppiato in Europa dell’Est possa peggiorare la crisi alimentare in Medio Oriente e in Africa del Nord. Ucraina e Russia, i due paesi in conflitto, sono anche tra i principali esportatori di prodotti agricoli in molti paesi presenti in quelle aree del mondo. In particolare molti stati lì sono dipendenti dal grano e dall’olio di semi ucraino e risultano esposti ai rincari dei prezzi.

Hrw: garantire diritto al cibo per tutti

Sarah Saadoun, ricercatrice di Human Rights Watch – Meteoweek

La crisi ucraina, ammonisce la ricercatrice di Hrw Sarah Saadoun, ha inasprito “una crisi alimentare che ha fatto sì che 10 milioni di persone in Medio Oriente e Nordafrica nel 2020 abbiano perso la capacità di ottenere cibo a sufficienza”. Per questo, aggiunge l’attivista, le autorità dovrebbero attivarsi con “sussidi adeguati o intervenendo per controllare i prezzi o fornendo protezione sociale adeguata”.

L’Ong umanitaria sollecita dunque i governi a operare in modo da garantire “il diritto delle persone al cibo”.  “Le catene alimentari mondiali richiedono solidarietà globale in tempi di crisi” ha rincarato la dose la responsabile Hrw per il Medio Oriente e il Nordafrica Lama Fakih che chiede agli stati di coordinarsi per garantire le forniture e l’accesso al cibo.

Una crisi alimentare globale, insistono quelli di Hrw, può essere affrontata solo con la cooperazione internazionale cercando di tenere assieme le esigenze nazionali degli esportatori e quelle dei paesi importatori di cibo, in maniera da “stabilire il prima possibile catene di approvvigionamento alternative”. Per questo Human Rights Watch chiede di soppesare con attenzione le restrizioni sull’export di cibo per proteggere il diritto all’alimentazione e minimizzare le ricadute sugli altri paesi.

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