«Guerriero di Cristo, ucciso da nazisti ucraini e multinazionali Usa»: i funerali patriottici dei soldati russi uccisi

La propaganda di guerra nel clero ortodosso si mescola alla fede religiosa e così la guerra ucraina diventa una lotta apocalittica del bene contro gli spiriti del male.

Un esempio di questa narrazione si è avuto durante il funerale di un giovane soldato russo morto lo scorso 27 febbraio.

Il feretro del giovane soldato ucciso a Kiev da una mina – Meteoweek

«Kirill è qui come guerriero di Cristo. Ha combattuto contro il male, spiriti satanici, nazisti ucraini, creati dalle corporation multinazionali americane». Ha scelto queste parole enfatiche padre Gennady Zaridze per dare l’ultimo saluto a Kirill Ulyashev, 21 anni, uno dei tanti soldati russi morti nella guerra ucraina. A ucciderlo vicino a Kiev è stata una mina. Il suo funerale patriottico, raccontato oggi dal Moscow Times, è un esempio della propaganda di guerra russa sull’Ucraina, assimilata anche dalle alte sfere della gerarchia ortodossa.

Kirill era un militare di leva. Aveva accettato il prolungamento del servizio militare e era entrato nel reparto di élite dei parà di Pskov. Era stato mandato a fare ‘esercitazioni’ sul confine ucraino, dove gli era stato sequestrato il telefono cellulare. Il 26 febbraio è riuscito in qualche modo a comunicare ai familiari che si trovava nella foresta nei pressi della capitale ucraina. Il giorno successivo però è morto, saltato in aria su una mina. I genitori hanno appreso della sua morte soltanto il 12 marzo. Quando la salma è giunta a casa dei suoi, alla famiglia è stato impedito di aprire la bara perché il corpo del 21enne era troppo martoriato. Impossibile anche sapere se fosse davvero di Kirill il cadavere, alla madre è stato restituito un berretto miliare blu, l’unico ricordo del figlio.

Martire in una battaglia del bene contro il male

Il corpo del soldato morto è trasportato in una chiesa di Voronezh, nel sud-ovest della Russia – Meteoweek

Le esequie del giovane militare hanno avuto luogo in un quartiere alla periferia di Voronezh, nella Russia sud occidentale, non distante dal confine con l’Ucraina. Il funerale del soldato caduto è stato celebrato dall’arciprete Ghennadi, una sorta di star del posto, che a Natale del 2015 aveva accolto il presidente Putin nella sua chiesa. «La distruzione dell’Urss è stata una grande delusione per i russi. Non c’era più legge quando si sono sciolte le repubbliche. Tutto quello che è stato costruito dopo il 1990 è una bugia. Tutto ciò verrà presto alla luce», ha detto il prete ortodosso.

Dopo la cerimonia in chiesa, la bara è stata portata nella Casa della Cultura locale, dove ha preso la parola per un ultimo saluto anche il capo del distretto, il commissario militare Dmitry Maslov. Ex ufficiale Fsb (il servizio segreto russo), il 42enne Maslov ha elogiato il «patriota» caduto, «rimasto fedele al suo dovere di militare e morto eroicamente non in guerra con l’Ucraina, non in guerra con l’esercito ucraino, ma in una battaglia del bene contro il male»

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