Parla il rider che salvò una ragazza restando sfregiato:«Chirurgia e solidarietà mi hanno dato un volto nuovo»

Un anno fa, Michele Dal Forno restò ferito in viso, dopo essere intervenuto per aiutare una ragazza. Il sedicenne che lo ferì “non ha mai chiesto scusa”

Michele Dal Forno, l’anno scorso, fu sfregiato dopo che intervenì per salvare una ragazza di 17 anni da un’aggressione. Un 16enne lo colpì con un coltello al volto. In un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, il giovane, che lavorava come rider in una pizzeria, racconta:«All’inizio è stata dura: pensavo che lo sfregio non sarebbe andato via, che avrei dovuto conviverci per sempre.

E a 22 anni non è facile accettare l’idea di ritrovarsi con un taglio di quel tipo in mezzo alla faccia. Ma ora va meglio, e non solo perché con la chirurgia la cicatrice è quasi scomparsa.

La verità è che, anche grazie agli incontri con una brava psicologa, ho imparato ad accettare il fatto che fa parte di me: è il segno di ciò che sono stato in grado di fare e dei valori che mi porto dentro. Io sono anche questa cicatrice».

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Il 17 aprile scorso, di sabato sera, Michele aveva appena finito di effettuare una consegna a Verona, quando per strada ha visto due ragazzi che stavano avendo una discussione con una ragazza. «Lei era intimorita e quindi sono intervenuto per sapere se andava tutto bene».

A quel punto i bulletti hanno reagito e uno di loro, di origini albanesi, si è avvicinato, ha tirato fuori un coltello e lo ha sfregiato in viso. «La lama mi staccò parte del naso per poi salire lungo la guancia sinistra, fin quasi all’orecchio. In ospedale servirono una cinquantina di punti di sutura», ha rammentato il giovane.

L’aggressore è stato arrestato e da un po’ di tempo non è più nel carcere minorile, mentre l’assicurazione ha risarcito i danni provocati a Michele. L’avvocato del 16enne ha detto che «sta affrontando un percorso di comprensione dei propri errori e di reinserimento nella società».

Nel frattempo, per finanziare gli interventi di chirurgia estetica e riabilitazione, il titolare della pizzeria mise in campo una raccolta fondi online e in poco tempo sono giunte donazioni per più di 100mila euro. «Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine, e sono state davvero tante: c’è chi mi ha aiutato finanziariamente, chi con preghiere e con parole di conforto. All’inizio mi vergognavo a uscire di casa, ma la solidarietà e l’affetto mi hanno dato la forza di reagire. Era incredibile: camminavo per il centro e c’erano sconosciuti che mi fermavano per complimentarsi e per fare dei selfie, neanche fossi un calciatore».

Michele ora lavora ancora in pizzeria, ma non più come rider. Il ragazzo, ieri, è tornato in quella via in cui ha subìto l’aggressione:«È strano, ricordo tutto ma non il volto del ragazzo. Quello l’ho cancellato dalla memoria. Non mi ha mai chiesto scusa, neppure quando ci siamo incrociati nell’aula del tribunale».

La ferita in viso si è sbiadita e l’ultima operazione, ben riuscita, è avvenuta 15 giorni fa: «I primi mesi dovevo massaggiare la cicatrice per renderla più morbida, e trattarla con creme al silicone. A dicembre, finalmente, ho potuto sottopormi al primo trattamento con il laser: ricordo la delusione nello scoprire che non c’erano stati grossi miglioramenti. Poi, a febbraio, un nuovo intervento e stavolta la cicatrice è quasi scomparsa».

Michele racconta anche della ragazza che ha salvato quel giorno e dice che sono diventati amici:«A volte incontro i suoi genitori, mi chiedono come sto, si informano sulle terapie… Si vede che sono brave persone. Capita che io e lei parliamo di quel che è accaduto quel giorno, mi ha ringraziato. Ha soltanto 17 anni: credo che vorrebbe soltanto poter dimenticare», ha chiosato.

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