Ucraina, Lavrov: un “progresso enorme” il sì di Kiev su neutralità, Donbass e Crimea

Nonostante l’annunciato ritiro russo, continuano i raid su Kiev e Chernihiv. Ma da Mosca arriva soddisfazione per l’esito dei negoziati di Instanbul.

Il fronte diplomatico sembra aver fatto dei passi in avanti significativi, ma sul campo la battaglia non si arresta.

Malgrado l’annuncio del ritiro delle forze russe da Kiev e Chernihiv i bombardamenti sui due centri sono continuati, riferiscono le autorità ucraine, secondo le quali i russi starebbero riorganizzandosi per l’attacco finale al Donbass e ottenere il controllo di tutta la zona di Donetsk e Lugansk.

Il Cremlino ieri ha infatti ha annunciato che il riposizionamento delle truppe mira alla “liberazione completa” del Donbass anche se, a detta dell’intelligence britannica, alcuni soldati sarebbero demoralizzati e rifiutano di eseguire gli ordini: alcuni di loro avrebbero addirittura sabotato l’equipaggiamento e abbattuto accidentalmente un aereo russo.

Il presidente Zelensky ha avvertito di prepararsi a nuovi attacchi. La Russia, ha detto il capo di stato ucraino, “sta ammassando le truppe per nuovi attacchi nel Donbass e ci prepariamo per questo”.

Tregua momentanea a Mariupol

Mariupol è una delle città più martoriate dalla guerra – Meteoweek

Mentre la Difesa russa annuncia una tregua locale a Mariupol per permettere ai civili di abbandonare la città, arrivano cattive notizie da Irpin. La città è per metà distrutta, lo afferma il sindaco Oleksandr Markushin in una conferenza stampa: “Il 50% della città e le infrastrutture critiche sono state distrutte e le macerie non sono ancora state rimosse”, dice il sindaco. Irpin, sotto attacco nei giorni scorsi, è ora sotto il pieno controllo delle forze ucraine. Molte persone, ha aggiunto il sindaco, sono rimaste in città malgrado i combattimenti.

Lavrov si dice certo del sì di Kiev su neutralità, Donbass e Crimea

Sul piano diplomatico forse ci sono novità positive. Il ministro degli Esteri russi, Serghei Lavrov è apparso soddisfatto dei risultati dei negoziati in Turchia e ha definito un “progresso enorme” il sì del governo ucraino allo status neutrale e la sua accettazione del fatto compiuto in Donbass e Crimea che sarebbero, a questo punto, “questioni chiuse”.

Intanto Vladimir Putin si è sentito per via telefonica coi primi ministri di Germania e Italia, Olaf Scholz e Mario Draghi. Al centro dei colloqui, oltre allo stato delle trattative col governo ucraino, anche la questione del gas, che Mosca adesso chiede di pagare in rubli. Putin ha proposto di pagare in euro a Gazprombank, che poi penserà a convertire i pagamenti in valuta russa.

Emiliano Fumaneri

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