Turista tedesca muore a 25 anni per malore, il fidanzato accusa: “Il 118 non parlava inglese”

E i carabinieri gli avrebbero fatto domande con Google Translate. Una vicenda dolorosa sulla quale ancora non è stata scritta l’ultima parola.
La Regione però smentisce e diffonde l’audio della telefonata al 118.
La scarsa consuetudine italiana con la lingua inglese potrebbe essere costata cara a una turista tedesca, morta in un parcheggio di Focene lo scorso 20 gennaio. Si chiamava Janna Gommelt, 25 anni. Si trovava in camper col fidanzato Michael Douglas, 34 anni, di nazionalità irlandese. I due si erano conosciuti e fidanzati in pandemia. Erano partiti a inizio novembre da Weismain, la città natale di Janna nel nord della Baviera.
Ma il viaggio si tramuta in tragedia a Focene, vicino a Fiumicino. È qui, a pochi passi dal mare, che la giovane accusa un malore. Sono da poco passate le tre e mezza di pomeriggio: la donna, fino ad allora sanissima, si china per prendere qualcosa dal frigorifero. In quel momento si sente svenire e perde i sensi. Fa giusto in tempo a dire “I love you”. Il compagno allerta immediatamente i soccorsi. Ma qualcosa non ha funzionato, accusa Michael.
I soccorsi arrivati 43 minuti dopo la prima telefonata

L’ambulanza infatti arriva 43 minuti dopo la chiamata. Ormai è troppo tardi: Janna muore. Della vicenda si è occupata Repubblica. Il registro delle chiamate, riferisce il quotidiano, segna alle 15:39 la prima chiamata di Michael al 118. Una telefonata che dura poco più di 10 minuti. “Mi hanno subito messo in attesa per trovare un operatore in grado di parlare inglese – spiega Douglas a Repubblica –. Poi, sempre faticando nelle comunicazioni, mi è stato detto di tenere acceso il gps così che l’ambulanza ci potesse trovare”, continua il 34enne.
I soccorsi però non arrivano. E allora verso le 16:10 parte un’altra chiamata di 10 minuti. Ma niente: l’ambulanza non riesce a localizzare il camper, un Ford Transit bianco, col quale la coppia attraversava l’Europa da due mesi. È Michael, sconvolto, a andare in ricerca dei soccorsi. Si mette alla guida del camper e incrocia i soccorritori, a quattro isolati di distanza, mentre si muovono lungo la spiaggia. Probabilmente si erano persi.
Interrogato per sei ore con Google Translate
Ma ormai, appunto, è troppo tardi per Janna. La caricano in ambulanza, ma il mazzo parte solo un quarto d’ora dopo alla volta dell’ospedale Grassi di Ostia. Qui Michael trova ad aspettarlo quattro carabinieri. Capisce così che la fidanzata è scomparsa. “Mi hanno interrogato per 6 ore con Google Translate – racconta a Repubblica -. Non mi hanno mai fatto parlare con un medico o un infermiere per sapere cosa fosse successo. Poi, alle 10,30 di sera, è arrivato il furgone che l’ha portata in obitorio”.
La giovane turista tedesca viene trasferita al Verano, presso l’obitorio comunale. Ma da lì il suo corpo non è mai mosso. Sulla salma è stata effettuata un’autopsia, ma i risultati non sono ancora stati consegnati al legale italiano della famiglia, Manuele Piccioni. Ancora sconosciuta la causa della morte, anche se si ipotizza un arresto cardiaco. Nel frattempo la procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio.
Ma la Regione precisa: la telefonata è avvenuta in inglese
Al dramma di una morte ancora da chiarire si è aggiunta dunque la burocrazia: un aggravio di dolore per la famiglia di Janna, che a 74 giorni dalla morte della figlia non ha avuto indietro il suo corpo e non conosce le cause ufficiali della sua scomparsa.
La Regione Lazio intanto, in una nota, precisa che la telefonata delle 15:39 è avvenuta correttamente in inglese e la zona dell’intervento geolocalizzata con precisione. È stata anche diffusa la telefonata, di circa due minuti, tra Michael e l’operatore del 118, avvenuto effettivamente in lingua inglese.