Terrapiattista e No Vax rapisce esperto di vaccini: la polizia lo uccide

Ma non è ancora chiaro se i vaccini c’entrino col rapimento. Al suo ostaggio l’uomo ucciso aveva chiesto un riscatto in denaro.

Assieme al rapitore è morta anche la sua compagna, uccisa molto probabilmente da un colpo esploso  accidentalmente dalla sua pistola.

Il dottor Cristoph Berger, il responsabile della campagna vaccinale svizzera rapito il 31 marzo – Meteoweek

Se l’è vista brutta il dottor Cristoph Berger, 59 anni. In Svizzera è diventato popolare in pandemia. È il presidente della commissione federale di esperti che nel paese elvetico ha seguito la campagna vaccinale. In sostanza, una sorta di Franco Locatelli svizzero.

In una lettera il medico ha raccontato la sua brutta avventura di alcuni giorni fa, quando è stato rapito da un terrapiattista no vax. Il sequestro è avvenuto il 31 marzo e durato poche ore. Il giorno dopo il governo svizzero avrebbe revocato la maggior parte delle misura anti Covid (via mascherine e green pass). L’esperto di vaccino è stato rapito a Zurigo. La notizia era trapelata già l’8 aprile, ma il tribunale locale aveva proibito di diffondere dettagli sul sequestro. Finché ieri non è stato lo stesso Berger, uscito illeso dalla disavventura, a rivelare alcuni particolari.

Il rapitore aderiva al movimento terrapiattista Flat Earth

A quanto si sa il rapitore aderiva alla Flat Earth Society, associazione nata in Inghilterra e che sostiene il mito della “terra piatta” – Meteoweek

Le autorità svizzere avevano soltanto segnalato che due persone erano state colpite a morte durante una sparatoria con la polizia a Wallisellen, nel Cantone Zurigo, mentre gli agenti tentavano di arrestare una persona in un’abitazione.

Non si era saputo di più fino a quando non è stato Berger a rivelare dettagli su quanto avvenuto. Durante il tempo del rapimento, ha spiegato l’esperto, gli sarebbe stato chiesto un riscatto in denaro: una forte somma in cambio della libertà. “Quell’uomo – spiega Berger – mi ha tenuto prigioniero per un’ora in un appartamento di Zurigo, chiedendomi di fargli avere un’ingente somma di denaro, ma non facendo alcun riferimento alla mia attività di responsabile delle vaccinazioni”.

Non è dunque chiaro se i vaccini c’entrino qualcosa col rapimento. La domanda resta aperta. Sta di fatto che il rapitore lo ha minacciato di morte se la richiesta non fosse stata esaudita in poco tempo. Dopo poche ore, racconta Berger, è stato rilasciato con la promessa che il denaro del riscatto sarebbe stato consegnato.

In due morti della sparatoria con la polizia

Il dottore però ha contattato la polizia che la sera del 6 aprile ha cercato di catturare il rapitore. Ma quando si è presentata a casa sua è partita la sparatoria. L’uomo è stato ferito a morte nel parcheggio sotto la sua abitazione, mentre stava rientrando a casa in macchina, una Bmw. Con lui è morta anche la fidanzata, una 28enne svizzera. A quanto si sa, è stata colpita accidentalmente dalla pistola maneggiata dal compagno. A casa del 38enne rimasto ucciso sono state sequestrate svariate armi.

Non è nota l’identità del rapitore. Si è saputo solo che è un un cittadino tedesco di 38 anni. L’uomo era un militante di Flat Earth, il movimento convinto che la terra sia piatta. Sostenitore di teorie complottiste, il 38enne aveva preso parte a manifestazioni No Vax. Poche ore dopo la sparatoria è stato arrestato anche un suo complice di 44 anni. Assieme a lui organizzava cortei e manifestazioni, già il 20 marzo del 2021 era stato fermato durante una di queste iniziative molto partecipate (fino a 10 mila persone). Il gruppo non propugnava solo il terrapiattismo e le credenze sugli alieni, ma anche il negazionismo sulla Shoah e l’attentato dell’11 settembre.

Aperta un’inchiesta per fare piena luce sull’accaduto

La magistratura svizzera ha aperto un’inchiesta per fare luce anche sul comportamento degli agenti di polizia. Si cerca di ricostruire anche la vita del rapitore e del suo complice. Entrambi sono soci di una start-up che negli ultimi tempi navigava in cattive acque sul piano finanziario.

Pochi giorni or sono la Svizzera era stata protagonista di un altro fatto di sangue che coinvolgeva alcuni complottisti. Si tratta del suicidio collettivo di un’intera famiglia (padre madre, zia e due figli di 15 e 8 anni) che si era lanciata dal balcone al settimo piano di un’abitazione a Montreux. La famiglia era asserragliata in casa da parecchi mesi. A far scattare il suicidio è stato un controllo della polizia, dato che i due figli non frequentavano le scuole.

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