Covid, Locatelli: “Quanti dolori in due anni, strazio maggiore la sospensione dei funerali”

Con la fine dello stato d’emergenza si confessa il medico che per oltre due anni ha coordinato il Comitato tecnico-scientifico.

E racconta i momenti rimasti incancellabili nella sua memoria e le scelte più dolorose.

Con la fine dello stato d’emergenza è terminata anche l’avventura di Franco Locatelli alla guida del Comitato tecnico-scientifico. Il pediatra e ematologo racconta al Corriere della Sera il suo addio al Cts dopo oltre due anni. E ricorda i tanti momenti difficili della pandemia. Locatelli ne sceglie tre: i più drammatici, quelli rimasti impressi nella sua memoria.

Il primo ricordo riguarda la processione dei camion militari che trasportavano le bare dei morti di Covid dal cimitero di Bergamo («la mia città», ricorda l’esperto del Cts). Il secondo ricordo è l’immagine della preghiera solitaria di papa Francesco in una Piazza san Pietro deserta e spettrale, sotto la pioggia battente, il 27 marzo 2020. Infine, il terzo ricordo: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sale da solo gli scalini dell’Altare della Patria per la celebrazione del 25 aprile del 2020.

Il no ai funerali: la scelta più lacerante

Papa Francesco che prega in una Piazza San Pietro irreale e deserta, uno dei momenti rimasti impressi nella memoria di Locatelli – Meteoweek

Ma la cosa più straziante, confida Locatelli, è stata “aver dovuto indicare di sospendere le cerimonie funebri in presenza”. Una scelta che ha salvato vite, dice, ma che è costata molto sul piano affettivo a chi non ha potuto dare l’ultimo saluto ai propri cari.

In ultimo, l’esperto mette in guardia: il virus circola ancora e per questo occorre ancora “prudenza e attenzione nei comportamenti individuali”. Ma fortunatamente, dice Locatelli, il grande numero di contagi non si traduce in un alto numero di ospedalizzati e di morti. Merito, conclude, dei vaccini.

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