Gruppo di scout sorpreso da bufera di neve, soccorso alpino li salva dall’assideramento

Ha rischiato grosso un gruppo di giovani scout sopresi in montagna da una tormenta di neve, con temperature sotto lo zero.

Alcuni escursionisti esperti li avevano avvisati delle cattive condizioni meteo, ma hanno proseguito ugualmente.

«Li avevamo incrociati la mattina al rifugio Montanaro, in Toscana, e avevamo cercato di farli desistere perché sapevamo da quattro giorni che era prevista neve. Loro ci hanno risposto con leggerezza e sono partiti lo stesso: portavano la loro divisa con i pantaloni corti e la camicia, sulle spalle zaini molto pesanti». Lo racconta al Corriere della sera Alessandro Bini, presidente del Cai di Maresca – Montagna pistoiese. Così ricorda l’incontro di domenica scorsa con quindici Boy Scout fiorentini, sorpresi da una tormenta di neve sul passo dello Strofinatoio, tra la Toscana dall’Emilia Romagna, nel comprensorio del Corno alle Scale in provincia di Bologna.

I ragazzi se la sono cavata. A tirarli fuori dai guai sono stati gli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico. Per tre di loro però – ragazze tra i 17 e i 18 anni – è stato necessario ricorrere alle cure dell’ospedale di Porretta. Erano state colpite da una ipotermia severa. Le felpe che avevano addosso non erano riuscite a proteggerle dalle temperature rigide.

Gli esperti del Cai li avevano avvisati, ma gli Scout hanno proseguito la loro marcia

Gli Scout – assieme a un’educatrice – avevano iniziato la loro escursione dal rifugio Montanaro, nel comune di San Marcello Pistoiese in Toscana. Intendevano raggiungere il rifugio Duca degli Abruzzi malgrado il peggiorare delle condizioni meteorologiche. Proprio lì, alla partenza, avevano incontrato alcuni esperti del Cai, tra i quali Bini, freschi di un corso di escursionismo: «Lo avevamo fatto nelle primissime ore della mattina proprio per approfittare degli unici momenti di meteo nuvoloso ma praticabile – dichiara al Corriere Bini – perché era stata diramata un’allerta meteo, con neve a 1.300 metri. Quel giorno il vento arrivava a 100 chilometri orari sul passo».

Gli uomini del Cai hanno tentato di far desistere gli scout. Erano preoccupati, tanto che un’ora e mezzo dopo, racconta sempre Bini, avevano contattato telefonicamente il rifugio Duca degli Abruzzi per accertarsi che i ragazzi fossero giunti a destinazione. Ma il gestore, Antonio Tabanelli, li ha ha messi al corrente che il rifugio era stato chiuso a causa della bufera. «La montagna va rispettata, non sfidata», commenta Bini. Che aggiunge: «Ma dopo la pandemia sono sempre di più le persone che si avventurano senza formazione».

I due, Bini e Tabanelli, allora hanno preavvisato il soccorso alpino, già pronto così all’arrivo dell’sos degli Scout. Dopo diverse telefonate sono riusciti anche a recuperare un recapito telefonico del gruppo, ma il cellulare non prendeva. Quella zona, spiega il gestore, non è ben coperta.

Salvati dal soccorso alpino

Normalmente il percorso tra i due rifugi richiede due ore e mezza di camminata. Con la tormenta gli scout ci hanno messo quasi il doppio. Arrivati al Passo dello Strofinatoio hanno incontrato la bufera di neve. A quel punto hanno dovuto fermarsi a causa della scarsa visibilità. Non si vedeva più il sentiero, Per non parlare del freddo a -2° a 1800 metri, delle violente raffiche di vento e della paura di finire in qualche crepaccio. Sono rimasti lì per diverse ore, con pantaloni corti, zaini pieni di vettovaglie, tende e attrezzatura.

Sono riusciti a chiedere aiuto al 112, così verso le 13 due squadre di soccorritori hanno cominciato a avvicinarsi alla zona con un’una unità cinofila. Nel frattempo due ambulanze del 118, un’automedica e un pulmino raggiungevano l’ambulatorio delle Polle. Dopo il salvataggio i medici hanno visitato il gruppo di Scout. Due ragazze di 18 anni e una di 17 avevano una severa ipotermia. Sono state subito trasferite all’ospedale di Porretta. Gli altri Scout invece sono saliti sul pulmino della Croce Rossa e sui mezzi del Soccorso Alpino. Che li hanno accompagnati alla sede della Croce Rossa di Lizzano in attesa che arrivassero i genitori.

Una tragedia sfiorata

Scampato il pericolo Tabanelli ha postato una riflessione sulla pagina Facebook del rifugio: «L’epilogo non è stato tragico, solo tre ragazze portate in ospedale per conseguenze all’ipotermia. Che dire ai capi Scout di questa incosciente comitiva? Penso che l’esperienza vi abbia lasciato qualcosa, spero per voi che sia un balzetto verso la maturità e la coscienza e spero per noi che la prossima volta ci chiamiate per sapere se siamo aperti, per chiederci che clima c’è a 1800 metri, e se è il caso di mettere a rischio voi e chi vi viene a soccorrere».

Sotto il post sono fioccati i commenti negativi sul gruppo scout, tanto che Tabanelli si è chiesto «se ho fatto bene a scrivere online. Nei social sono stati bastonati. Ora vanno responsabilizzati, non sgridati. È andata bene: una situazione del genere poteva diventare mortale», conclude.

Impostazioni privacy