Ucraina, Draghi annuncia invio di nuove armi: “Non posso dire quali, ma non possiamo abbandonare Kiev”

Ucraina, Draghi annuncia invio di nuove armi: “Non posso ancora dire che tipo di armi, ma non possiamo abbandonare Kiev”. Il commento sulle parole spese dal ministro russo Lavrov: “Aberranti”.

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Ucraina, Draghi annuncia invio di nuove armi: “Non posso dire quali, ma non possiamo abbandonare Kiev” – meteoweek.com

Nella serata di ieri, lunedì 2 maggio, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha illustrato in conferenza stampa i provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri. Al punto stampa hanno presenziato anche i Ministri dell’Economia Franco, della Transizione ecologica Cingolani, del Lavoro Orlando, dello Sviluppo economico Giorgetti, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Giovannini.

Il premier ha illustrato quello che sarà il prossimo Decreto Aiuti, che comprenderà un bonus una tantum dal valore di 200 euro a tutti i cittadini (sia dipendenti che pensionati) con un reddito fino a 35mila euro. Al tempo stesso, Draghi si è espresso anche sugli ultimi sviluppi del conflitto, parlando dell’invio di nuove armi a sostegno dell’Ucraina, e di quanto siano state “aberranti” le parole spese dal ministro russo Lavrov.

“Nessuno vuole la guerra, ma non possiamo abbandonare Kiev”

“C’è un decreto interministeriale che prevede l’invio di nuove armi, non so dire che tipo in questo momento”. Queste le parole del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza stampa di ieri sera. E ha proseguito: “Nessuno vuole guerra né escalation, lo dirò a Biden, ma non possiamo abbandonare Kiev“. Si ricorda, infatti, che Draghi incontrerà il presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Washington il 10 maggio, per discutere (tra le altre cose) proprio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Per chi chiede, dunque, se una presa di posizione del genere possa indebolire il nostro Paese in ottica internazionale, il premier è stato chiaro: l’Italia è infatti “un paese democratico, quindi è normale avere una varietà di posizioni”. Alla luce di ciò, è bene tenere in considerazione che “la posizione italiana sulla politica estera, sulla guerra in Ucraina e la lealtà agli alleati non è in discussione” – ha evidenziato il premier. L’alleanza atlantica, assieme alle grandi democrazie occidentali tutte, devono battersi a “difesa di irrinunciabili principi e valori”, ha poi proseguito Draghi.

In merito alle parole del ministro russo Lavrov, intervenuto due giorni fa su Rete4, il presidente del Consiglio non ha usato mezzi termini, definendo le dichiarazioni delle “frasi aberranti e oscene“. “Il ministro Lavrov appartiene a un Paese dove non c’è libertà di espressione. In Italia c’è libertà di esprimere le opinioni, anche quando sono palesemente false e aberranti. Quello che ha detto Lavrov è aberrante”, ha infatti esordito Mario Draghi. E ha poi continuato: “Per quanto riguarda la parte riferita a Hitler, è davvero oscena”.

Infine, ammonisce chi ha organizzato l’intervista: “Quello di Lavrov è stato un comizio. Ci si deve chiedere se bisogna accettare di invitare una persona che chiede di essere intervistata senza nessun contraddittorio. Non è granché professionalmente, fa venire in mente strane idee”, ha infatti concluso il premier.

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