Alice Scagni assassinata dal fratello, parla la madre:«Pensavamo di finire come i genitori di Benno, mio figlio va curato»

Parla la madre della 34enne Alice Scagni, assassinata dal fratello Alberto con 17 fendenti la sera del 1° maggio 

Antonella Zarri, madre di Alice Scagni, 34 anni, assassinata domenica sera da 17 fendenti inferti dal fratello Alberto, dopo averle chiesto denaro, ha detto:«Le vite dei miei figli sono state buttate via per l’incuria e l’incapacità delle forze dell’ordine e del servizio di salute mentale. Mio figlio si poteva fermare prima e mia figlia sarebbe stata salvata».

Alice Scagni-meteoweek.com

I genitori dei due giovani Alice e Alberto avevano molta paura, al punto da pensare che sarebbe loro toccata la stessa sorte dei coniugi Peter Neumair e Laura Perselli, uccisi dal figlio Benno a Bolzano il 4 gennaio 2021, ma non avrebbero mai potuto immaginare che a morire sarebbe stata la loro figlia di 34 anni.

«Negli ultimi quattro giorni, c’è stata una escalation che ci ha fatto preoccupare. Abbiamo chiamato il 112 cinque volte ma nessuno è intervenuto. Ancora, domenica a ora di pranzo mio figlio ci ha fatto due chiamate di minacce concitate e così abbiamo richiamato chiedendo aiuto. E ci è stato detto di fare denuncia lunedì e che non c’era una volante da mandare. Però domenica notte per non farmi vedere il corpo della mia piccolina c’erano 30 agenti che mi hanno tenuta lontana», racconta la signora Antonella.

È un lungo sfogo quello di Antonella Zarri, che ricorda come abbiano più volte contatto le forze dell’ordine. «Ci eravamo affidati alle istituzioni. Abbiamo chiamato più volte perché Alberto aveva bisogno di un aiuto che noi non riuscivamo più a dare e quello che gli davamo ormai gli faceva solo male. Aveva bisogno di un aiuto psichiatrico. Ma quando abbiamo chiamato l’igiene mentale ci hanno dato appuntamento dopo un mese. Avrebbe dovuto avere la visita il due maggio. Sono stati lenti, nonostante le nostre richieste. È come se una persona va al pronto soccorso con un infarto ma le dicono di aspettare perché c’è la pausa caffè o il cambio turno e nel frattempo muore. Alberto doveva essere seguito, doveva essere fermato e invece nessuno ha fatto nulla».

Nel frattempo, la procura ha chiesto di convalidare l’arresto al gip con una doppia aggravante: premeditazione e crudeltà. Da quanto hanno ricostruito sinora gli inquirenti, Scagni ha portato il coltello dalla sua abitazione, occultandolo in un sacchetto. Ha poi atteso la sorella per diverse ore sotto casa e poi l’ha accoltellata con l’arma senza estrarla dal sacchetto.

Alice ha cercato di fuggire ma il fratello si è scagliato contro di lei con una enorme crudeltà. L’uomo verrà ascoltato nei prossimi giorni dal gip.

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