Adunata alpini: saltano fuori casi di molestie precedenti

Dopo la polemica esplosa intorno all’adunata di Rimini, sembra che anche in altri raduni si siano registrate molestie nei confronti di ragazze e donne.

Non solo a Rimini: pesanti apprezzamenti – al limite della molestia – e addirittura alcuni contatti fisici sarebbero segnalati in altre adunate degli alpini prima dell’ultima, al centro dell’attenzione mediatica.

Un'adunata degli alpini
Un’adunata degli alpini

Segnalazioni  di abusi che partono dagli anni ’80

In questi giorni sarebbero centinaia le testimonianze riferite, che riguardano adunate precedenti: ad esempio a Trento, nel 2018, ma anche molto più in la nel tempo. Alcuni racconti di molestie risalirebbero addirittura agli anni ’80: gonne sollevate contro la volontà della donna, proposte indecenti a ragazzine di quindici anni, addirittura il caso di una scuola, a Padova, chiusa in concomitanza dell’adunata, in quanto le studentesse erano per lo più donne. Storie scivolate via nel corso degli anni, anche perchè la sensibilità sociale nei confronti degli abusi si è strutturata, definita e diffusa solo negli ultimi anni. E riemergono episodi anche gravi sui quali non ci si è soffermati, o lo si è fatto poco e male: come ad esempio la scritta che nel 2019 una mano ignota dipinse con la vernice sulla vetrina di un negozio che pubblicizzava l’adunata: “Gli alpini stuprano”.

Scritta a Milano
Scritta a Milano

Le denunce e le prime scuse

Che qualcosa di diverso in effetti stia avvenendo lo evidenzia anche l’atteggiamento dell’ Associazione Nazionale Alpini (ANA), che per bocca del suo presidente Sebastiano Favero si è scusata con le vittime delle molestie, annunciando indagini interne: «Adesso ci sono fatti concreti. E mi consenta innanzitutto di chiedere scusa a chi ha subito le molestie. Faremo di tutto, insieme alle forze dell’ordine, per individuare i responsabili. E se sono appartenenti alla nostra associazione, prenderemo provvedimenti molto forti» ha dichiarato nel corso di una intervista con il Corriere della Sera. Parole che in parte vanno ad equilibrare l’atteggiamento ambiguo adottato dall’ANA subito dopo l’emergere della polemica: in un comunicato i vertici dell’Associazione avevano parlato di “maleducazione”, di situazioni “fisiologiche” nel corso di adunate festose con centinaia di migliaia di partecipanti, e in ogni caso di “assenza di denunce”. Che poi sono arrivate, andando a spalancare quello che potrebbe essere un vaso di Pandora.

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