Truffa all’Inps e sfruttamento dei lavoratori: denunciati in quattro

Tre cooperative nel mirino della Guardia di Finanza, Inps e Inail. Scoperchiato un meccanismo di sfruttamento coinvolgeva cinquanta lavoratori.

Denunciate quattro persone al termine di un’indagine volta al contrasto del sommerso e delle  frodi in campo previdenziale.

Era un artificio ben congegnato quello scoperto dalla Guardia di Finanza di Lucca. Insieme agli ispettori locali di Inps e Inail, le Fiamme Gialle hanno messo a segno un colpo contro il lavoro sommerso e le frodi nel settore della spesa previdenziale. Un’attività di indagine che ha portato, in Garfagnana, alla denuncia di 4 persone. Sono accusate, a vario titolo, dei reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebita percezione di erogazione a danni dello Stato, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e somministrazione di lavoro fraudolenta.

A essere coinvolti, in totale, circa una cinquantina di lavoratori di varie nazionalità: italiani, marocchini, albanesi e extracomunitari. In particolare, sotto la lente dei finanzieri sono finite tre cooperative con sede nella Mediavalle del Serchio. I militari hanno scoperto che, di fatto, sono gestite da persone imparentate tra loro. Nel corso del tempo le cooperative hanno fatto un uso illecito dell’istituto del distacco di personale tra una cooperativa e l’altra, a solo scopo di guadagno. Un comportamento che ha fatto emergere un sistema basato sull’elusione delle leggi in materia del diritto del lavoro, con violazioni di carattere penale.

Omessi otre 316 mila euro in versamenti di contributi previdenziali

Successivi accertamenti hanno consentito di scoprire che i soci lavoratori delle cooperative erano in realtà veri e propri lavoratori dipendenti, legati ad un unico datore di lavoro attraverso un vincolo di subordinazione. Facendo così decadere, in questo modo, la finalità sociale della cooperativa. Per questo motivo la posizione lavorativa e contributiva di 19 soci lavoratori era stata riqualificata con lo status di lavoratori subordinati.

Inoltre, in maniera da lucrare un corposo alleggerimento contributivo previdenziale, 18 lavoratori si erano visti iscrivere alla cassa previdenziale artigiani invece che in quella edile. Una mossa che aveva permesso di risparmiare contributi previdenziali per oltre 316 mila euro. Senza contare che, tra marzo e luglio del 2020, due cooperative avevano chiesto e ottenuto – sempre in maniera indebita – la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria concessa dall’Inps in pandemia. Ma i riscontri hanno evidenziato che le cooperative non avevano mai interrotto i lavori. Perciò avevano dichiarato un falso stato di necessità. Uno stratagemma per lucrare un illecito profitto, con un danno per gli Enti previdenziali ed assistenziali superiore a 71 mila euro.

C’è poi il capitolo delle assunzioni. Si tratta di due persone con lo status di rifugiati politici, assunte come tirocinanti. Ma i controlli hanno fatto emergere che ambedue sono stati impiegati per due mesi senza contratto e retribuzione. Per questo, avendo approfittato della condizione di necessità di due soggetti “svantaggiati”, sia il datore di lavoro che l’intermediario che ha reclutato i lavoratori sono stati segnalati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Partirà anche la segnalazione alla Corte dei Conti per gli aspetti legati all’erario.

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