Finto chirurgo opera per 15 anni senza laurea e lascia paziente invalido, condannato falso medico

Condannato dalla Corte dei conti il falso medico. Per 15 anni ha lavorato e operato in ospedale, arrivando a guidare l’equipe di ortopedia.

Un paziente è rimasto paralizzato a una mano dopo un intervento chirurgico eseguito in maniera grossolana.

Non giorni o mesi, ma ben quindici anni passati in sala operatoria a intervenire sui pazienti. Arrivando perfino a guidare l’equipe di Ortopedia e traumatologia all’ospedale San Giacomo di Roma. Un curriculum di tutto rispetto. Se non fosse che mancavano, come si dice, proprio le basi. Vale a dire la laurea in medicina. Per un quindicennio il finto dottore è riuscito a ingannare tutti, medici e malati.

Finché un giorno non è capitato il patatrac: un intervento relativamente facile, ma grossolanamente sbagliato. Morale: mano paralizzata per il paziente, causa di risarcimento per danni e indagine della compagnia di assicurazioni. Così è venuto alla luce che R.I. non era un dottore: niente laurea in medicina né iscrizione all’albo. Il falso medico si è autodenunciato ai carabinieri. Intanto la Asl Roma 1 risarciva il paziente rimasto paralizzato. E negli scorsi giorni, dopo diverso tempo, è arrivato il conto al finto medico: la Corte dei conti gli chiede di pagare all’Asl raggirata la somma di 128 mila euro.

La maschera è caduta dopo una disastrosa operazione chirurgica per curare una frattura. Al termine della quale il malato si è ritrovato con una «totale impotenza funzionale della mano destra», afferma la sentenza. Lo riporta il Messaggero. Nel corso della causa civile, la consulenza tecnica aveva evidenziato «una insufficiente o erronea preparazione teorica e pratica nell’affrontare l’intervento chirurgico», mettendo in risalto che si era verificato «un accesso chirurgico non previsto nel trattamento delle fratture del terzo prossimale della diafisi». Senza poi contare che «c’erano anche alcuni dubbi sul posizionamento della placca e delle viti sul radio». Così era stata riconosciuta la «colpa grave» del medico. Una sentenza confermata pure nel 2018, in sede di appello, con l’azienda sanitaria condannata al pagamento di 128 mila euro.

Il finto medico agiva con dolo

Era altissima la probabilità che si verificasse un incidente nei quindici anni passato a operare senza alcuna qualificazione – Meteoweek

Mentre si svolgeva il processo, tre anni dopo l’intervento chirurgico, R. I. si era prima licenziato e dopo autodenunciato. Facendo così decadere, di conseguenza, le coperture assicurative per Asl e ospedale. La sentenza ha riconosciuto l’evidenza lampante della colpa del finto chirurgo. Avrebbe nascosto, in maniera dolosa, «per oltre 15 anni all’Azienda, ai colleghi e ai pazienti la sua reale qualificazione», affermano i giudici contabili. Ogni volta che interveniva in sala operatoria, si prendeva il rischio «che i suoi abusivi interventi chirurgici, peraltro realizzati in una branca particolarmente rischiosa, potessero danneggiare la salute dei pazienti». Come infine è successo. Indubbio che agisse con dolo, dicono i giudici. L’uomo era «ben consapevole di non possedere i titoli necessari (né la competenza) per svolgere il delicato intervento chirurgico».

Per intascarsi lo stipendio di medico ospedaliero ha messo in pericolo, per tantissimi anni, la vita di chi finiva sotto i suoi ferri in sala operatoria. Era elevatissima infatti la probabilità che ci fossero incidenti. Come evidenziato dalla sentenza oltre che dai consulenti in sede di causa civile. Il falso chirurgo ha cercato di giustificarsi col fatto di non aver agito in solitaria nell’intervento incriminato. Ma non è servito a nulla. Per i giudici gli altri due membri dell’equipe non sono responsabili. Non solo erano il primo e secondo aiuto, ma soprattutto «oltre a non avere specifiche competenze in materia ortopedica, non erano a conoscenza delle reali qualificazioni professionali» del finto specialista.

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