Nella città portuale dell’Ucraina meridionale conquistata dai russi dopo un lungo assedio potrebbero essere moltissimi i civili morti.
Ma si contano a centinaia anche i bambini rimasti uccisi nell’invasione iniziata il 24 marzo scorso.
A Mariupol, la città portuale sotto controllo russo, i civili rimasti uccisi potrebbero essere molti di più di 22 mila. È una stima comunicata dal sindaco, Vadym Boychenko, citato da Unkriform. “Abbiamo stimato 22.000 a Mariupol. Ma sempre più fatti mostrano che la cifra potrebbe essere molto più alta”, ha detto il primo cittadino di Mariupol, evidenziando la scoperta di altre fosse comuni.
Stando al consiglio comunale, da metà aprile i russi in totale avrebbero seppellito almeno 16 mila residenti in fosse comuni, nei pressi dei villaggi di Stary Krym, Mangush e Vynohradne. Mentre entro la metà del mese di marzo altre 5 mila persone sono state sepolte dai servizi di pubblica utilità. Sotto i detriti e le macerie, nei cimiteri e negli obitori provvisori rimangono ancora migliaia di corpi.
C’è poi il terribile capitolo dei minori uccisi: sono almeno 243 quelli morti in Ucraina dall’inizio della guerra. Lo comunica la procura generale del Paese. I bambini feriti sono stimati invece in 444, ma i dati non conteggiano le vittime nelle zone sotto il controllo di Mosca. La regione in cui si concentra la gran parte dei bambini uccisi o feriti è quella di Donetsk, a Est. In totale sono 156, mentre nella regione di Kiev le vittime sono state 116. Sono già 109 invece nella vicina Kharkiv.
Qualche successo arride invece alla controffensiva ucraina nella parte meridionale del paese, fanno sapere le forze armate, prevalentemente nella regione attorno a Kherson, non distante dalla Crimea, dove le truppe russe sono entrate all’inizio del mese di marzo. Sempre nella stessa regione, Mykolaiv è sotto il fuoco costante dell’artiglieria.
Gli Usa non manderanno all’Ucraina sistemi missilistici che consentano di colpire il territorio russo. Lo ha fatto sapere il presidente americano Joe Biden, riporta l’agenzia Reuters in riferimento alle recenti notizie sull’imminente spedizione a Kiev di missili a lungo raggio da parte di Washington.
Una decisione che il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, Dmitry Medvedev, ha definito “ragionevole”. “Altrimenti, se attaccheranno le nostre città”, ha minacciato Medvedev sul suo canale Telegram, “le Forze armate russe realizzeranno quanto già minacciato colpendo i centri di queste decisioni criminali. Alcuni di questi centri non sono neppure a Kiev e non c’è bisogno di aggiungere altro…”.
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