Usa, mostra il suo arsenale alla Camera: la provocazione shock del deputato super trumpiano

Un autentico show quello inscenato da un deputato repubblicano durante un’audizione alla Camera sul tema delle armi.

Un siparietto sintomatico delle profonde divisioni tra gli opposti schieramenti negli Stati Uniti sulla libera circolazione delle armi da fuoco.

Greg Steube durante la diretta shock alla Camera – Meteoweek

Lui si chiama Greg Steube, deputato repubblicano della Florida. Passa anche da lui, trumpiano di ferro, la strenua difesa eretta dal GOP attorno alla questione delle armi, tornata di estrema attualità dopo le ultime stragi con armi da fuoco.

Ieri, riferisce il Corriere della Sera, Steube si è videocollegato per prendere parte a un’audizione sul controllo delle armi. A convocarla la Commissione Affari giudiziari della Camera. Ci si aspettava da lui un intervento di natura politica. Ma il deputato della Florida ha sorpreso tutti rendendosi protagonista di uno show più degno di Rambo che di un membro della Camera. Così ha mostrato ai suoi colleghi le sue quattro pistole, una di seguito all’altra. «Ecco, questa è una Glock 19, la più venduta negli Stati Uniti. Ha un caricatore con 15 proiettili. Stando alla legge proposta dai democratici, questa arma verrebbe messa al bando». Poi è arrivato il turno della seconda arma da fuoco: «Adesso state vedendo una Sig Sauer P226. Si usa con un caricatore da 21 proiettili, che, stando alla legge, diventerebbe illegale. Potrei usare un caricatore da 12 colpi, ma come potete vedere non ci entra». E via di seguito, fino ad arrivare all’ultima: «Questa la porto con me ogni giorno per proteggere me stesso, mia moglie e la mia famiglia. È una Xl Sig Sauer P365. Richiede un caricatore da 15 proiettili. Con la vostra legge, sarebbe anche questa fuorilegge».

«Qui sono a casa mia e faccio quello che voglio»

Un altro momento della “performance” di Steube – Meteoweek

A quel punto una voce fuori campo – quella della deputata democratica Sheila Jackson Lee del Texas – ha obiettato qualcosa: «Spero che quelle armi non siano cariche». Così Steube, piuttosto seccato dall’interruzione, si è arrestato e ha replicato: «Qui sono a casa mia e faccio quello che voglio». Un battibecco che, al di là del lato scenografico della vicenda, palesa quanto siano distanti i due fronti, le due culture che si stanno sfidando a singolar tenzone in Usa sul tema delle armi.

Malgrado l’atteggiamento tutto sommato conciliante del presidente Joe Biden, che non ha aggredito né ha voluto «esprimere disprezzo» per «tutti coloro che possiedono legittimamente un’arma», l’atteggiamento del deputato trumpiano anticipa quanto accadrà prossimamente al Congresso. I repubblicani, perlopiù, respingeranno l’appello presidenziale a trovare una soluzione di compromesso.

La linea di Trump sulle armi: no a ogni compromesso

Quasi certamente molti seguiranno la scia di Donald Trump che, venerdì 27 maggio, soltanto tre giorni dopo il massacro di Uvalde, ha fatto un discorso molto aggressivo a Houston, durante la Convention della Nra, la «National Rifle Association», la potente lobby degli armaioli e dei possessori di armi da fuoco. In quella occasione Trump ha alzato il muro davanti a ogni ipotesi di restrizione alla circolazione delle armi e ha, al contrario, lanciato l’idea di mettere presidi armati davanti a chiese, scuole, supermercati.

Resta da vedere se ci saranno almeno dieci senatori repubblicani disposti a smarcarsi da questa linea e a trovare un compromesso come quello proposto dal presidente Usa. In caso contrario, ha osservato Biden stesso, a decidere saranno gli elettori che a novembre saranno chiamati a rinnovare la Camera e un terzo del Senato.

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