Insegue connazionale armato di machete, la revoca del giudice: torna libero Hamza Zarir

Insegue connazionale armato di machete, il giudice revoca la misura cautelare: torna libero Hamza Zarir. Il 28enne marocchino: “Grazie”. Fondamentali le testimonianze.

Un fatto che continua ancora a sembrare assurdo, quello accaduto nel pomeriggio del 1 giugno a Torino. Intorno alle ore 16:00, in corso Giulio Cesare (non molto lontano dalla scuola primaria Parini) Hamza Zarir era stato immortalato mentre inseguiva un connazionale brandendo un machete.

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torna libero Hamza Zarir (fotogramma, via La Stampa) – meteoweek.com

Una scena agghiacciante, immortalata da alcune telecamere – e i cui video sono stati condivisi sul profilo Facebook dalla consigliera della Circoscrizione 7 Daniela Rodia (Lega). Uno scatto di follia, scoppiato da una lite tra automobilisti e passanti, epilogata con il giovane marocchino armato di machete intento a correre a petto nudo e con il viso sporco di sangue. 

Torna libero Hamza Zarir, il 28enne armato di machete

Il 28enne marocchino, Hamza Zarir, è ora tornato libero. Rilasciato nelle scorse ore, il giovane si sarebbe rivolto al giudice Pier Giorgio Balestretti che ha disposto la sua scarcerazione con un “grazie”. Durante l’udienza sono stati ascoltati anche diversi testimoni. Si sarebbe dunque fatta chiarezza sul folle episodio avvenuto nel quartiere Aurora di Torino. Dal canto suo, il 28enne ha dichiarato: “Il machete non era mio, l’ho raccolto da terra per difendermi”.

Nel corso dell’udienza di convalida, il marocchino aveva infatti spiegato che quel pomeriggio era rimasto vittima di un’aggressione. Colpito a sangue da alcuni pusher, mentre si  trovava alla fermata del tram numero 4 (all’angolo tra corso Giulio Cesare e corso Emilia), il 28enne ha raccontato quanto successo. E a confermare la sua versione, anche un altro suo connazionale. Quel giorno, i pusher erano in 5, tutti armati di spray al peperoncino, bottiglie, stampelle e catene delle bici.

“Loro spacciano e non vogliono che qualcuno si fermi alla pensilina”, ha raccontato il testimone, rimasto aggredito anche lui dalla banda di criminali. “Sono scappato e quando sono tornato indietro ho visto Hamza che aveva una ferita in testa. Abbiamo preso il tram per andare in ospedale”, ha spiegato ancora davanti al giudice. Anche un’anziana signora, anche lei marocchina, è stata ascoltata come testimone. La donna è rimasta suo malgrado vittima della rissa, rimanendo ferita al piede da alcuni vetri di bottiglia.

Revocata la misura cautelare, ora il giovane dovrà presentarsi quotidianamente presso il commissariato Barriera di Milano per l’obbligo di firma. Nella giornata di mercoledì, invece, è chiamato a presentarsi nuovamente in aula, per l’ultima udienza del processo con rito abbreviato.

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