Uno speciale intervento sfiderà il blocco di ghiaccio che penzola dalla Marmolada

Crollo Marmolada-meteoweek.com
Il ghiaccio si è sciolto e sono emerse altre due vittime causate dalla maxi valanga di domenica 3 luglio. Si tratta di escursionisti che si trovavano in cordata, di cui non sono ancora note le generalità.
Sono nove le morti accertate nel crollo del ghiacciaio sulla Marmolada, occorso la scorsa domenica, 3 luglio. Tre le persone disperse e sette i feriti, di cui 4 sono in ospedale tra Trento e nosocomi veneti.

Alcuni familiari di persone travolte dalla massa di ghiaccio hanno criticato i soccorritori, accusandoli di non avere eseguito ricerche efficaci, ma a tali critiche i soccorritori replicano, come riporta Agi, che i ritrovamenti rappresentano la «la prova che avevamo scelto la strategia giusta e che stiamo facendo tutto il possibile per recuperare le persone».
La strategia usata ieri, mercoledì 6 luglio, è stata uguale a quella attuata nei giorni precedenti, ossia ricerche tramite droni ed elicotteri. «Lo scenario però è completamente cambiato, perché lo scioglimento del ghiaccio ha spazzato via anche il terriccio», è quanto riportano il maresciallo della Finanza, Riccardo Manfredi e il presidente Soccorso Alpino, Maurizio Dellantoni.
Dalla massa di ghiaccio hanno rinvenuto pure la scarpa di una donna che potrebbe essere sia di qualcuno già annoverato tra le vittime, sia di una persona dispersa. L’unica certezza che si ha finora è che sotto la valanga c’erano Liliana Bertoldi, Tommaso Carollo, Filippo Bari e Paolo Dani. I Ris di Parma, che hanno ricevuto l’incarico dalla Procura di Trento, hanno passato un giorno allo stadio del ghiaccio per esaminare i reperti ritrovati sul ghiacciaio e metterli a confronto col Dna di coloro che non sono ancora stati rinvenuti.
Nel frattempo, il procuratore Sandro Raimondi ha posto l’accento sull’imponderabilità di quanto occorso, garantendo che nessuno sta cercando «agnelli sacrificali da dare in pasto all’opinione pubblica». Ciò vuol far intendere che l’indagine per disastro colposo è un atto dovuto che con molta probabilità non porterà a un processo ma che va tuttavia compiuta. Raimondi aggiunge che «il tema del cambiamento climatico potrebbe entrare nell’indagine attraverso l’ascolto di esperti».
Secondo Jacopo Gabrielli, glaciologo, in un colloquio con Agi, sul banco “morale” degli imputati andrebbero messi cittadini e politica che non sono stati in grado di impedire l’innalzamento delle temperature che ha causato il disastro. «I morti sulla Marmolada possono cambiare la storia, sono lo schiaffo in faccia che può portare a un cambiamento», ha detto l’esperto.
Nel frattempo, oggi, 7 luglio, si terrà una speciale operazioni sulla Marmolada, via terra, dopo che si sono fatte tutte le valutazioni per impedire che i soccorritori vengano messi in pericolo. «Agiremo nella parte di sotto dove sono stati trovati gli ultimi due corpi e garantiremo tutta la sicurezza possibile con l’ausilio della tecnologia e un continuo monitoraggio e comunicazione. Se dovesse esserci qualche movimento si aiuteranno subito gli operatori. E se dovessero essere impegnati in laboriosi recuperi di corpi sotto al ghiaccio, interverrà un elicottero con un gancio pronto a sottrarli a pericoli», spiegano.