Omicidio Serena Mollicone, prevista per oggi pomeriggio la sentenza del processo

Omicidio Serena Mollicone, prevista per oggi pomeriggio la sentenza del processo. Accusati di omicidio volontario ed occultamento di cadavere il maresciallo Franco Mottola, sua moglie Anna Maria e il figlio Marco.

Sono passati vent’anni dal delitto di Arce, una triste vicenda di cui ancora non si vede la fine. Gli investigatori sono ancora al lavoro per portare luce sull’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne scomparsa nel 20021 e ritrovata morta pochi giorni dopo nel bosco di Arce, in provincia di Frosinone. Il corpo fu trovato con un vistoso ematoma e una busta di plastica in testa che ne avrebbe provocato la morte per asfissia.

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Nell’ambito dell’ultima udienza del processo sulla morte della giovane, i giudici hanno ascoltato Franco Mottola, l’ex comandante della caserma di Arce che ha fatto una “dichiarazione spontanea” di fronte alla Corte d’Assise di Cassino. L’uomo avrebbe dunque spiegato la sua versione dei fatti, il perché la porta dell’alloggio (contro cui, secondo l’inchiesta e le perizie, qualcuno avrebbe fatto sbattere il capo di Serena Mollicone) avesse dei danni.

Prevista per oggi pomeriggio la sentenza 

È prevista nel pomeriggio di oggi la sentenza del processo per l’omicidio di Serena Mollicone. A finire sotto processo con l’accusa di omicidio volontario ed occultamento di cadavere, si ricorda, sono stati l’ex comandante della caserma, ovvero il maresciallo Franco Mottola, insieme a sua moglie Anna Maria e il figlio Marco. Nello specifico, per l’ex sottufficiale la Procura avrebbe chiesto una condanna a 30 anni di carcere. Si parlerebbe invece di 24 anni per il figlio e 21 anni per la moglie. A finire sotto processo, però, è anche l’ex vicecomandante, Vincenzo Quatrale, accusato di concorso in omicidio. Per lui la richiesta di condanna è di 15 anni di reclusione, mentre all’appuntato Francesco Suprano (accusato invece di favoreggiamento) la condanna chiesta sarebbe di 4 anni.

Nell’ultima udienza del processo, di fronte alla Corte d’Assise di Cassino l’ ex comandante della caserma di Arce Franco Mottola aveva offerto una “dichiarazione spontanea”, spiegando che “la porta dell’alloggio l’ho rotta io dopo un litigio con Marco. L’ho sostituita senza dire nulla a mia moglie“. La stessa porta dell’alloggio danneggiata e contro la quale, per inchiesta e perizie, qualcuno avrebbe fatto sbattere il capo di Serena Mollicone.

Dichiarazioni spontanee, queste, arrivate dopo la bufera che fece infuriare i legali difensori sia del padre che del figlio. Nel corso dell’ultima escussione di Marco Mottola, infatti, il pubblico ministero Maria Carmen Fusco aveva chiesto al 39enne come mai “suo padre, durante l’interrogatorio del 28 marzo 2008, ha riferito che a rompere la porta dell’alloggio a trattativa privata era stato lei? E perché lei oggi sostiene che è stato suo padre?“. Domande che portarono all’interruzione dell’esame di Marco Mottola quello stesso giorno, e alla conseguente rinuncia di quello dell’ex comandante della caserma.

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