Omicidio fidanzati Lecce: l’assassino voleva violentare Eleonora

Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza di ergastolo per l’omicida di Daniele ed Eleonora, uccisi barbaramente a coltellate nella loro casa da Antonio De Marco

E’ stato condannato all’ergastolo Antonio De Marco, 22 anni, responsabile dell’omicidio di Daniele De Santis e della fidanzata Eleonora Manta, 33 e 30 anni, avvenuto il 21 settembre 2020 nella loro casa di Lecce. Un assassinio orrendo e che doveva includere anche la violenza sessuale di lei, se non fosse stato che Eleonora morì prima.

La coppia fu assassinata con 79 coltellate. Un “dato certo, oggettivo e sicuro – affermano i giudici – che offre la misura esatta della volontà di uccidere nella forma massima di dolo diretto, con assoluta crudeltà, da parte di un soggetto che a tutti i costi si è tentato di far passare per pazzo. Tutti gli elementi attestano la spietatezza e l’efferatezza di un atto unico nella storia del panorama criminologico dei delitti di omicidi“.

LE MOTIVAZIONI DEI GIUDICI

Oggi la Corte d’Assise di Lecce ha pubblicato le motivazioni di questa sentenza avvenuta lo scorso 7 giugno, usando parole molto forti e piene di significato. “Alla sua oscurità si contrapponeva la solarità di Daniele ed Eleonora, così abbagliante da dare un tale fastidio che doveva essere spenta” si legge. Per la Corte l’assassino scelse di uccidere con estrema lucidità e infatti programmò anche per iscritto, con dovizia minuziosa, ogni fase del delitto e quanto occorreva acquistare per la sua realizzazione“. Il giovane mise in atto un “programma criminoso messo per iscritto punto per punto, dimostrativo senza ombra di dubbio dello standard elevatissimo di premeditazione del delitto“.

DE MARCO NON E’ PAZZO

De Marco, studente di Scienze infermieristiche ed ex coinquilino della coppia, è stato ritenuto capace di intendere e di volere, nonostante gli sia stato diagnosticato un disturbo di tipo narcisistico. I suoi legali avevano sostenuto che fosse affetto da disturbi dello spettro autistico e psicotico e per questo motivo non poteva essere imputato. Ma secondo la Corte invece “aveva programmato tutto (sia il percorso per eludere le telecamere ed anche ogni fase dell’omicidio, scandite al minuto nel “cronoprogramma dei lavori” ritrovato su 5 bigliettini persi davanti lo stabile della carneficina) e “aveva previsto tempi più lunghi di quelli reali, ragionevolmente perché le vittime morirono prima“. Aveva anche “previsto atti sessuali con tortura per Eleonora, che non ci furono perché la ragazza morì prima”.

Antonio De Marco

Da qui la sentenza all’ergastolo per duplice omicidio aggravato da premeditazione e crudeltà, infatti “De Marco ha ucciso perché voleva uccidere, perché nell’omicidio era vittorioso, trovava la compensazione alle sue frustrazioni e per questo lo commetterebbe ancora” affermano ancora i giudici nelle loro motivazioni, descrivendo il profilo di un uomo che sembra un serial killer.

ALLEATO DEL MALE

Secondo loro De Marco non si sarebbe fermato ma avrebbe eliminato chiunque avesse amplificato le sue frustrazioni e gli fosse stato d’ostacolo. Il pm Maria Consolata Moschettini riferì nella requisitoria che De Marco aveva detto o aveva scritto che “se avesse un coltello saprebbe lui cosa fare ai giudici che lo processano“. Anche i giudici erano per lui un ostacolo, esattamente come la felicità di Daniele ed Eleonora.

De Marco ha scelto volutamente e lucidamente, in condizioni di piena capacità di intendere e volere, sano di mente, un’alleanza con il male“, ciò che fece scattare “un’invidia maligna verso coloro che avevano ciò che a lui mancava, maturando nei confronti di queste persone un insano desiderio di vendetta“.

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