Verdi e Sinistra Italiana fanno saltare l’incontro con Letta dopo l’accordo con Calenda

Irritazione e mal di pancia da parte del versante più “a sinistra” del “campo largo” dopo il patto elettorale tra Partito democratico e Azione.

A Fratoianni e Bonelli peraltro non mancano le alternativa alla coalizione col Pd. Conte e i Cinque stelle si fanno avanti.

Arrivano i primi contraccolpi all’interno del “campo largo” di centrosinistra dopo l’accordo con Azione di Carlo Calenda. Ci sarà bisogno di un chiarimento preliminare con Enrico Letta perché possa svolgersi l’incontro – previsto inizialmente per oggi pomeriggio – tra il segretario del Partito democratico e i leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e dei Verdi Angelo Bonelli. A un paio d’ore all’inizio dell’incontro al vertice tra i tre capi politici è giunta infatti una nota dove i dirigenti rossoverdi annunciavano il rinvio a data da destinarsi della riunione. La causa del rinvio? Le “novità politiche emerse nella giornata di ieri” e il repentino cambiamento delle “condizioni su cui abbiamo lavorato in questi giorni”.

“Sono in corso riflessioni – afferma la nota – le valutazioni che necessitano di un tempo ulteriore. Registriamo comunemente un profondo disagio nel paese e in particolare nel complesso dell’elettorato di centro-sinistra che ha a cuore la difesa della democrazia, la giustizia climatica e sociale”. Uno lungo passaggio che esprime tutto il malcontento di Fratoianni e Bonelli (che tra le altre cose avevano sollecitato l’incontro col segretario dem) per il ruolo da protagonista al quale sta assurgendo il leader di Azione Carlo Calenda, dopo la sottoscrizione del patto elettorale col Partito democratico di Letta.

Il pomo della discordia: il protagonismo di Calenda

Fratoianni e Bonelli, stando a quanto trapela, tra oggi e domani avranno dei colloqui telefonici col Nazareno. Per avere rassicurazioni e garanzie sulla linea politica della coalizione. E su chi avrà il compito di trovare una sintesi tra le varie anime del “campo largo”. I due infatti non appaiono disposti ad accettare lo schema, più volte adombrato da Calenda, secondo il quale la coalizione avrà due front-runner, individuati in Calenda stesso e in Letta. Per Sinistra italiana e Verdi a fare da garante al patto elettorale e a un programma sensibile all’agenda sociale e a quella ecologista potrà essere soltanto il leader del Partito democratico.

Fratoianni, in una intervista con La Stampa, ha detto parole chiare sull’annuncio dell’intesa tra Calenda e Letta. Ha fatto presente che se i due leader avessero messo al centro del loro accordo l’agenda Draghi, lui si sarebbe sfilato dalla partita. La classica “goccia” sono state poi le ultime esternazioni di Calenda. Intervistato da Sky Tg24, il leader di Azione ha affermato che “la speranza che possa rimanere Mario Draghi accomuna sia me che Enrico Letta”. “Se Fratoianni non condivide l’agenda Draghi – ha aggiunto – deve rispondere ai suoi elettori del perché sta in una coalizione che condivide l’agenda Draghi. È un problema suo, non mio. Se Fratoianni non ci si trova – ha spiegato l’ex ministro – lo dica prima che si fa la coalizione. Il mio interlocutore è Letta”.

Non mancano peraltro le alternative all’accordo con Letta, fanno trapelare dal fronte rossoverde. In questo senso vanno interpretate le parole pronunciate dal leader del M5s Giuseppe Conte: “Con le persone serie, che vogliono condividere un’agenda sociale ed ecologica – ha detto Conte – con noi c’è sempre la possibilità di dialogare”. Una possibilità che Fratoianni e Bonelli certo faranno entrare nel confronto con Letta. Anche nel caso di una trattativa sulle candidature e sul cosiddetto “diritto di tribuna”.

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