Elezioni del 25 settembre: la carica dei 101 simboli presentati al Viminale

Concluso il primo step dell’iter che porterà alle elezioni politiche di fine settembre: la presentazione dei simboli al Viminale.

Per ora si è conclusa la prima tappa della corsa al voto del 25 settembre 2022. Alle 16 del 24 settembre sono 98 le forze politiche che hanno presentato il simbolo al Viminale per le elezioni politiche.

I contrassegni però risultano 101. Questo perché ‘Pd. Italia democratica e progressista’ ha presentato un simbolo leggermente differente per le circoscrizioni estere (dove la scritta ‘Italia democratica e progressista’ appare in corsivo anziché in stampatello).

Inoltre ‘Alleanza Verdi Sinistra’ ha presentato simboli in lingua tedesca e slovena per le circoscrizioni di Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Le scorse elezioni, quelle del 2018, furono invece 103 i simboli depositati. La stragrande maggioranza di queste forze politiche avrà bisogno di raccogliere le firme per poter apparire sulle schede elettorali il 25 settembre. Domenica 21 e lunedì 22 agosto le liste dovranno essere presentate nelle varie Corti d’Appello.

Solo due grandi coalizioni in corsa

Soltanto due le grandi coalizioni: centrosinistra e centrodestra. Mentre terzo polo e M5s corrono con un unico simbolo e senza alcun alleato. Il centrodestra si cimenta alle urne con un programma comune e con quattro simboli: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati. Ogni partito ha il proprio leader politico. All’estero invece i centristi non sono presenti e il centrodestra correrà col simbolo unitario ‘Salvini-Berlusconi-Meloni’.

Quattro simboli – in Italia e all’estero – invece per il centrosinistra: ‘Pd. Italia democratica e progressista’, Impegno civico, ‘Alleanza Verdi Sinistra’, +Europa. Ogni forza col proprio capo politico e programma.

Un unico simbolo per il terzo polo di Azione e Italia viva, che non è in alcuna coalizione. Il capo politico del terzo polo è Carlo Calenda. I Cinque Stelle corrono in solitaria in Italia e all’estero. Il capo politico è l’ex premier Giuseppe Conte.

Clemente Mastella sarà impegnato a raccogliere le firme per presentare la moglie Sandra nell’uninominale per la Camera a Benevento (Noi di centro). L’ex sindaco di Messina Cateno De Luca prova a correre nell’uninominale in Sicilia (Sud chiama nord), mentre Roberto Fiore spera che Forza Nuova possa essere esonerata dall’obbligo di raccogliere le firme, in forza del collegamento con l’associazione europea di estrema destra Apf. ‘Unione popolare con De Magistris’ dice di avere già raccolto le firme necessarie per il Lazio.

Una novità alle politiche 2022

Nelle elezioni politiche 2022 c’è’ una novità: un ex premier e un ministro degli Esteri in carica, ancorché dimissionario, che depositano personalmente il proprio simbolo al Viminale. Parliamo di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. A operare in prima persona all’ufficio elettorale del ministero dell’Interno ci sono anche il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (una tradizione consolidata per l’esponente del Carroccio), il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Bruno Tabacci (Impegno civico), l’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella e l’ex pm Antonio Ingroia, che ha presentato assieme a Marco Rizzo il simbolo ‘Italia sovrana e popolare’.

Gli unici movimenti politici che hanno inserito nel simbolo la propria famiglia europea sono FI (Ppe), Azione-Iv (Renew Europe), ‘Alleanza Verdi sinistra’ (Europa verde, European Green Party), Forza Nuova (Apf).

Una politica sempre più personalizzata

Una tendenza si impone in maniera evidente: la personalizzazione della politica. In ben 26 simboli appare il nome di un leader politico: Merlo (Maie), Calenda, Mastella, Salvini, Cateno De Luca, Giarrusso, Panzironi (Rivoluzione sanitaria), Pappalardo/Presutti (Gilet arancioni), Paragone (Italexit), Nappi (Naturalisti), Lista Pannella, Berlusconi, Adinolfi/Di Stefano (Alternativa per l’Italia), Lupi/Toti/Brugnaro, Musso (Forza del popolo), Di Maio (Impegno civico), Meloni, Papale (Luce del sud), Salvini-Berlusconi-Meloni (centrodestra all’estero), Sgarbi (Rinascimento), De Magistris, Peretti (Democrazia cattolica liberale), Cappato (Referendum e democrazia), Bonino, Palamara (Oltre il sistema) e Draghi (il simbolo è ‘Italiani con Draghi. Rinascimento’ ma a palazzo Chigi non sanno niente di questo simbolo).

L’appello di Cappato per la raccolta firme in digitale

Marco Cappato è intenzionato a raccogliere le firme soltanto in con modalità digitale. “Ci appelliamo al Presidente del Consiglio Mario Draghi perché le elezioni non siano antidemocratiche – dichiara Cappato ai media – servono 60mila firme distribuite in tutto il Paese per poter partecipare alle elezioni e chiediamo di poter utilizzare le firme digitali per rivitalizzare la democrazia. Come già accade per i referendum, le firme digitali devono essere valide per partecipare alle elezioni politiche. Noi raccoglieremo le firme solo in modalità digitale. Chiediamo a Draghi di equiparare referendum ed elezioni politiche”.

La prima scrematura dei ‘doppioni’

Entro il 16 agosto al Viminale toccherà a decidere sui simboli ‘doppi‘. Tra i contrassegni depositati appaiono quattro Democrazie cristiane; due Pli; due ‘Sud chiama Nord’; due Unioni popolari con De Magistris; un Partito comunista italiano e un Partito comunista dei lavoratori; diverse liste si presentano con la parola ‘moderati’. Entro il 18 agosto gli interessati potranno adeguarsi e cambiare il simbolo contestato. Oppure potranno fare ricorso all’Ufficio elettorale nazionale presso la Corte di Cassazione.

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