Sondaggi a un mese dal voto: si profila vittoria a valanga del centrodestra

In un momento particolarmente “caldo” della campagna elettorale tornano i sondaggi di YouTrend e Agi.

Due giorni fa sono state depositate le liste definitive dei candidati, il tutto a un mese dal voto del 25 settembre.

Diverse cose sono cambiate a meno di un mese dall’ultimo sondaggio (risalente al 4 di agosto). I movimenti sono avvenuti non tanto sul piano del gradimento delle forze politiche, quanto all’interno degli assetti delle varie coalizioni. La novità più rilevante senz’altro quella del clamoroso strappo tra Azione di Carlo Calenda e il Pd di Enrico Letta. Una rottura che ha riportato a riscrivere il perimetro dell’alleanza di centrosinistra (dove rimane +Europa di Emma Bonino) e alla nascita di un polo di centro: il cosiddetto “Terzo Polo” sorto dall’unione tra Azione di Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi.

Quanto alle singole liste, quella più in salute rimane Fratelli d’Italia. primo partito italiano col 24,3% dei consensi. Il partito di Giorgia Meloni stacca il Pd (22,7%) di oltre un punto e mezzo. Al terzo e quarto posto navigano stabilmente la Lega (13,4%) e il Movimento 5 Stelle (10,9%), che durante la pausa estiva sembrano almeno aver rallentato la discesa dei consensi che durava ormai da diversi mesi. Segue Forza Italia, alle cui spalle si posiziona il Terzo Polo (Azione e Italia Viva) con un buon 5,9%. L’alleanza tra Verdi e Sinistra dopo un inizio incoraggiante appare stabilmente sotto il 4%.

Chi ha possibilità di superare lo sbarramento

Gianluigi Paragone (ItalExit) – Meteoweek

Escluse le principali coalizioni, l’unica lista che al momento sembra in grado di superare la soglia di sbarramento del 3% è ItalExit di Gianluigi Paragone. Mentre le altre liste al di sotto di questa soglia (+Europa, Noi Moderati e Impegno Civico del duo Di Maio-Tabacci) sono parte integrante delle due coalizioni principali. È verosimile dunque che eleggeranno alcuni dei loro candidati nei collegi uninominali anche senza ricavare seggi nel riparto proporzionale.

La ricaduta più rilevanti degli accadimenti politici di inizio mese si è avuta sul dato aggregato delle coalizioni, il dato da considerare per capire chi andrà probabilmente a vincere nelle urne il prossimo 25 settembre. Decisivi per il voto saranno infatti i candidati nei collegi uninominali, uno per ciascuna coalizione. L’attuale legge elettorale (il Rosatellum) assegna la maggior parte dei seggi (poco più del 60%) con metodo proporzionale tra le liste capaci di superare il 3%, sia alla Camera che al Senato.

Si profila una netta vittoria del centrodestra

La parte residua dei seggi verrà assegnata in collegi uninominali a turno unico, dove a vincere sarà il candidato capace di ottenere anche un solo voto in più rispetto agli altri. In una situazione equilibrata, vale a dire in assenza di una coalizione che riceve nettamente più voti delle altre, il voto nei collegi non muta più di tanto la distribuzione proporzionale (come successo, per esempio, alle elezioni politiche del 2018).

Tutt’altro discorso per una situazione come quella di adesso, dove la coalizione di centrodestra (48,2%) viaggia con quasi 20 punti di vantaggio su quella rivale di centrosinistra (29,5%). In questo caso l’esito che si presenta come più probabile è quello di una vittoria “a valanga” dei candidati di centrodestra nei collegi uninominali. Un effetto che potrebbe proiettare il centrodestra ben oltre la maggioranza assoluta dei seggi, portandolo addirittura a sfiorare la soglia dei due terzi.

Un mese decisivo per il voto

In un mese, certo, potrebbero cambiare ancora molte cose. Una campagna elettorale vincente potrebbe convincere gli elettori (del resto a questo servono le campagne elettorali), scompigliando le carte.

Quanto all’affluenza alle urne, si stima che al voto del 25 settembre potrebbero arrivare, per la prima volta, sotto il 70%. Sul 30% di astenuti la quota reale di effettivi “indecisi” si attesta attorno al 10% circa. Ragion per cui nelle prossime settimane le forze politiche cercheranno di pescare voti dal bacino degli indecisi.

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