Mamma e figlia fanno incendiare il lido concorrente: quattro arresti per il rogo doloso

Quattro persone inguaiate: sono accusate di aver causato il rogo che a gennaio ha devastato un lido a Sabaudia.

Fin da subito gli inquirenti avevano sospetti sula matrice dolosa dell’incendio.

Quattro persone del luogo, due donne e due uomini, sono finite in manette a Sabaudia, in provincia di Latina. L’accusa? Quella di essere mandanti e esecutori del rogo dello stabilimento balneare ‘Duna 31.5’. La struttura era andata a fuoco la notte tra il 5 e il 6 gennaio scorso.

Fin dalle prime fasi delle indagini gli inquirenti avevano avuto ben pochi dubbi sull’origine dolosa dell’incendio che aveva devastato il “Duna”. Fino ad allora il lido era una delle mete balneari predilette dai turisti, aperta dopo un lungo contenzioso col Comune e che si affacciava direttamente sulla spiaggia. I guardiani delle vicine ville di vip avevano lanciato l’allarme al momento dell’incendio.

Per il rogo del lido, che aveva costretto vigili del fuoco e carabinieri a intervenire, il procuratore aggiunto della Repubblica di Latina, Carlo Lasperanza, e il sostituto Daria Monsurrò avevano aperto un fascicolo. E adesso sono scattati i quattro arresti, eseguiti dai carabinieri di Sabaudia.

Un rogo di chiara matrice dolosa

Nell’incendio era andato in fumo anche l’impianto di allarme e videosorveglianza della struttura balneare. Perciò gli investigatori eseguirono immediatamente un approfondito controllo della zona interessata e dell’area limitrofa. I ricercatori trovarono una bottiglia con dei residui di liquido infiammabile. I carabinieri hanno dunque sentito diverse persone, tra le quali i titolari del lido andato in fiamme e quelli degli stabilimenti e dei chioschi vicini.

Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori l’incendio sarebbe stato commissionato dai titolari di una concessione per noleggio di sdraio e ombrelloni, “L’ultima spiaggia”, bloccata a seguito di diverse violazioni rilevate dai carabinieri forestali di Fogliano. Che avrebbe già avuto diversi dissapori coi titolari del lido incendiato. In particolare si tratta di due donne, mamma e figlia: Mirella D’Indio e Tatiana Rizzi, che lavora anche come modella.

Individuato dai militari anche un giovane del luogo: è considerato l’autore del rogo. Assieme a un altro giovane di Sabaudia – tutti e due con piccoli precedenti per furti e spaccio di stupefacenti – avrebbero dato fuoco al “Duna” in cambio di 500 euro. Dopodiché sarebbero fuggiti mentre il lido veniva avvolto dalle fiamme. Le due donne indagate come mandanti del rogo doloso sono finite ai domiciliari mentre i due presunti esecutori materiali sono stati incarcerati.

Quando successo al “Duna” è una conferma dei forti interessi economici che girano attorno alle strutture balneari sulla spiaggia dei vip, finita al centro di un’inchiesta chiamata proprio “Dune”, che otto mesi fa aveva prodotto l’arresto dell’allora sindaco Giada Gervasi, attualmente sotto processo.

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