Morti bianche: è ancora strage di lavoratori nel 2022

Gli incidenti sul lavoro continuano a mietere vittime. Quest’anno sono aumentati i decessi slegati dalla pandemia.

Associazioni, sindacati e istituzioni lanciano il grido d’allarme per un fenomeno da tutti definito inaccettabile.

Non si arrestano le morti bianche in Italia. Gli incidenti sul lavoro quest’anno hanno provocato finora 677 morti, da gennaio a settembre. Sono i numeri di una strage silenziosa. Rispetto al 2021, quando nello stesso periodo ci furono 772 vittime, ci sono 95 morti in meno sul lavoro. Ma bisogna tenere presente dei tanti deceduti di allora a causa della pandemia di Covid-19

Se consideriamo infatti le morti non legate al Covid, i decessi sono addirittura aumentati del 32%. In crescita anche le denunce di infortunio totali: 484.561, +38,7% rispetto al 2021. Il più alto numero di incidenti mortali si è verificato nel campo delle costruzioni. Sono dati dell’Inail. Li ha divulgati l’Anmil, l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invali di del Lavoro. L’occasione è stata fornita dalla 72esima edizione della Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Molte le manifestazioni organizzate in tutta la Penisola, con la cerimonia principale che ha avuto luogo a Fiume Veneto (Pordenone), in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia e il Comune.

L’appello dell’Anmil

L’Anmil ha rivolto un appello alla prossima maggioranza di governo. “Nonostante la grave recrudescenza del fenomeno infortunistico che grava sul Paese, ad oggi la sicurezza nei luoghi di lavoro non riceve la giusta considerazione, che dovrebbe invece rappresentare una priorità”. Lo ha dichiarato il presidente nazionale Anmil Zoello Forni. La manifestazione rappresenta l’occasione “per sensibilizzare sul tema le forze politiche appena elette a governare il Paese, stimolando riflessioni e assunzioni di un impegno per il futuro, al fine di attuare un programma di interventi che tenga conto di proposte concrete come le nostre per arginare morti e infortuni sul lavoro e malattie professionali”.

Mattarella ammonisce contro un fenomeno “inaccettabile”

Sulle morti bianche ha fatto sentire la sua voce anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con un messaggio inviato al presidente dell’Anmil dove il Capo dello Stato parla di un fenomeno “inaccettabile”.  Malgrado i numerosi interventi legislativi per prevenire le morti sul lavoro, i numeri degli incidenti mortali “sono allarmanti, drammatici”, ha detto Mattarella. Che invoca giustizia per le “storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite”. Tutte vittime che interpellano le coscienze di “chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona“. Perché “lavorare – ha ammonito il Presidente della Repubblica – non può significare porre a rischio la propria vita”.

I sindacati denunciano e annunciano la mobilitazione

Anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, è intervenuto per mettere in guardia contro “il triste contatore delle vittime sul lavoro”. E anche se le statistiche parlano di numeri in calo, “non possiamo rassegnarci ad una logica quasi di assuefazione alle continue notizie di incidenti”.

Toni duri da parte dei sindacati che tuonano, col segretario della Cgil Maurizio Landini, contro quella che è una vera e propria strage, una situazione non più accettabile”. “Non c’è giorno che qualche persona non muoia sul lavoro”, ha ricordato Landini. Per questo i sindacati hanno lanciato una settimana di mobilitazione straordinaria. E il 22 ottobre a Roma ci sarà una grande manifestazione unitaria, con Cgil, Cisl e Uil, per riportare il tema delle morti bianche al centro dell’attenzione.

Sulla stessa linea il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, che parla di “cifre da guerra civile” per i quasi 700 morti di lavoro in 8 mesi. Morti che spesso, denuncia invece il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, “non sono incidenti ma omicidi, perché dietro queste tragedie ci sono consapevoli irresponsabilità dettate dalla brama di profitto”.

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