Meloni a muso duro su Berlusconi: «Ha dimenticato che non sono ricattabile»

Volano scintille tra la leader di Fratelli d’Italia e il Cavaliere. Frutto delle ultime tensioni per le trattative sui membri del governo e dello “strappo” di FI in Senato.

Ma Giorgia Meloni ne ha anche per l’opposizione che si è scagliata con toni veementi contro i nuovi presidenti di Camera e Senato.

«Mi pare che tra le cose scritte da Berlusconi manchi un punto: che non sono ricattabile». È una Giorgia Meloni a muso duro quella che all’uscita da Montecitorio si lascia andare a un commento puntuto, incalzata dalle domande dei giornalisti sull’ormai celebre biglietto scritto in Aula da Silvio Berlusconi, dove la leader di Fratelli d’Italia viene definita, nell’ordine, «supponente», «prepotente», «arrogante», «offensiva». Per poi concludere: «È una con cui non si può andare d’accordo».

A irritare il Cavaliere i tanti «no» ricevuti dalla premer in pectore. A cominciare dal veto sulla fedelissima Licia Ronzulli, per la quale il Cavaliere sta facendo carte false per trovare un posto per lei nella squadra di governo. Per non parlare poi dei «no» ai ministeri importanti (Giustizia, Sviluppo economico, Salute, Infrastrutture, a quanto pare) richiesti dagli azzurri. Solo su Tajani alla Farnesina Giorgia Meloni avrebbe concesso il placet.

Da qui l’irritazione del Cavaliere, fino allo “strappo” a Palazzo Madama con quei voti sottratti dai senatori azzurri a Ignazio La Russa al momento dell’elezione alla presidenza del Senato. Acque agitate dunque all’interno della maggioranza di un governo che ancora deve formarsi.

La staffilata contro le opposizioni

Ma Meloni ha assestato un colpo deciso non soltanto all’alleato forzista col mal di pancia. Coi cromisti, al termine della sua giornata di lavoro negli uffici del gruppo parlamentare di FdI, non risparmia anche una staffilata alle opposizioni, accusate di aver usato parole grosse per bollare i neoeletti presidenti di Camera e Senato. «Questa sinistra ci parla di rispetto delle istituzioni solo quando le rappresentano loro. È un’idea curiosa della democrazia… », ha detto la premier in pectore.

«Agli esponenti di sinistra che stanno rilasciando dichiarazioni irrispettose verso i nuovi presidenti delle Camere, ricordo che le istituzioni vanno rispettate sempre e non solo quando sono loro espressione» ha voluto aggiungere su Twitter Giorgia Meloni.  «Aggredirle in questo modo – ribadisce il concetto la leader di FdI – è un’offesa allo Stato e alla volontà popolare».

A finire nel mirino delle opposizioni è stata in particolare l’elezione alla guida di Montecitorio del leghista Lorenzo Fontana, vice di Salvini e criticato per le sue posizioni “filoputiniane” e “omofobe”. Il segretario dem Enrico Letta è arrivato a definire l’elezione di Fontana alla Camera uno «sfregio per l’Italia» oltre che «una scelta per la quale il primo a festeggiare è Vladimir Putin».

 

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