Calciopoli 16 anni dopo, ecco le dichiarazioni dell’ex presidente Moratti

A sedici anni da una delle pagine più buie del nostro calcio, l’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

Inter nell'ultimo match di Champions League (Credit: Ansa) 29102022 - Meteoweek.com
Inter nell’ultimo match di Champions League (Credit: Ansa) 29102022 – Meteoweek.com

L’Inter si gode l’ottimo momento di questo prima parte di stagione. L’accesso agli ottavi di finale è arrivato con un turno di anticipo in un girone infernale composto da Bayern Monaco, Barcellona e Viktoria Plzeň. I nerazzurri hanno vinto il doppio confronto con i cechi, battuto i blaugrana a San Siro e strappato un ottimo pareggio al Camp Nou.

Ora la squadra di Simone Inzaghi può concentrarsi su le ultime partite che mancano prima della sosta mondiale con più tranquillità e la consapevolezza che non si può sbagliare. Ci sono due big match che attendono la beneamata: Juventus e Atalanta. Fino ad ora i nerazzurri non sono ancora riusciti a vincere uno scontro diretto, un trend che bisogna la più presto ribaltare.

Intanto che la Juventus vede respinto il 31esimo ricorso,  l’ex presidente dell’Inter, dal 1995 al 2013, Massimo Moratti, intervistato dalla Gazzetta dello Sport è tornato a parlare di una delle pagine nere del nostro campionato Calciopoli.

Moratti: “Il calcio non è business; è passione”

“Quando comprai l’Inter non dissi nulla a Milly. presidente dal 1995 al 2013 . Lei lo apprese dalla tv. Diedi ordine di bloccare gli ascensori: temevo salisse in sede per fermarmi. Poi andai a casa. Non trovai nessuno. Brindai con la cameriera“. Nessun accenno a quanti soldi gli è costata l’avventura in nerazzurro: “Non so quanti, non lo direi. Il calcio non è business; è passione. E le passioni non hanno prezzo”.

Massimo Moratti ex presidente dell'Inter (Credit: Ansa) 29102022 - Meteoweek.com
Massimo Moratti ex presidente dell’Inter (Credit: Ansa) 29102022 – Meteoweek.com

All’ex presidente che ha vinto il Triplete nel 2010 viene chiesto se rivendica lo Scudetto assegnato ai nerazzurri: “Rivendico lo scudetto di Calciopoli? Assolutamente sì. So che gli juventini si arrabbiano; e questo mi induce a rivendicarlo con maggiore convinzione. Quello scudetto era il risarcimento minimo per i furti che abbiamo subìto. Ci spetterebbe molto di più“.

E su Moggi precisa: “È vero che Moggi voleva venire all’Inter e io non gli ho mai detto esplicitamente che non lo volevo; ma non l’avrei mai preso. Perché? Perché la serie A era manipolata e noi eravamo le vittime. Doveva vincere la Juve;  e se proprio non vinceva la Juve toccava al Milan. Una vergogna: perché la più grande forma di disonestà è imbrogliare sui sentimenti della gente”.

Moratti rivela che consultava i giocatori più importanti: “Zlatan mi diceva: “Di Cambiasso l’anno prossimo potremmo anche fare a meno…”. Io ridevo. Poi andavo da Cambiasso, che mi diceva: “Di Ibra l’anno prossimo potremmo anche fare a meno…“.

Infine uno sguardo sul futuro, con la possibilità di un cambio di proprietà: “Forse arriverà un fondo americano. Ma attenti alla speculazione. Il calcio non è costruito per fare soldi. Gli americani vorrebbero trasformarlo in spettacolo. Show-business. Ma non so se in Italia sarà mai possibile“.

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