“L’omosessualità è un disturbo mentale”: polemiche sul mondiale in Qatar

Il Mondiali di calcio che si giocheranno questo inverno nel Paese sono oggetto di pesanti critiche. Oltre alla frase dell’ambasciatore, sono stati definiti “i mondiali dello sfruttamento” a causa della morte e delle condizioni di moltissimi lavoratori che hanno partecipato alla costruzione degli impianti. 

L’omosessualità è un disturbo mentale“. La frase scioccante è stata pronunciata dall’ambasciatore Qatar per i Mondiali di calcio Khalid Salman, ex- calciatore del Paese asiatico, durante una intervista. “Bisogna accettare le nostre regole qui” afferma ricordando che nel Paese l’omosessualità è proibita come previsto dalla religione musulmana e che chi venisse sorpreso a “pratiche” di questo genere rischia fino a 7 anni di carcere.

Molte cose arriveranno nel Paese durante i Mondiali. Per esempio, parliamo di gay – afferma Salman -. La cosa più importante è che tutti quelli che accettino di venire qui accettino anche le nostre regole“. L’ambasciatore ha poi aggiunto che potrebbero esserci “problemi con i bambini che vedono i gay. Perché allora imparerebbero qualcosa che non va bene“.

LE REAZIONI

Dichiarazioni del genere sono terribili e anche per questo stiamo lavorando affinché in futuro la situazione possa migliorare anche in Qatar” è la risposta della ministra dell’Interno della Germania Nancy Faeser. A Zurigo la comunità Lgbt+ ha organizzato una manifestazione di fronte al Museo Fifa, per sensibilizzare sulla situazione dei diritti umani nel Paese.

UN MONDIALE SBAGLIATO

Non poteva partire nel modo peggiore questa edizione dei Mondiali di calcio. Oltre alle critiche per un torneo che si svolge in pieno periodo invernale, mettendo uno stop ai vari campionati nazionali, sono davvero tante le polemiche legate a questa manifestazione. Le più pesanti sono sul tema dei diritti umani. Il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury li ha definiti “i Mondiali dello sfruttamento” a causa del numero elevatissimo di morti durante la costruzione degli impianti. Secondo i dati pubblicati dall’Autorità per la pianificazione e le statistiche, dal 2010 al 2019 sono morti 15.021 lavoratori stranieri. “Ma il numero reale non  lo sapremo mai” afferma in quanto “erano persone che non avevano tantissimi legami sociali in Qatar, dove vige il divieto di costituirsi in sindacati. E con una rete di legami molto labile è difficile recuperare un’anagrafe completa di chi è rimasto ucciso in questi anni“.

Ma secondo fonti ufficiali del Paese la maggior parte di loro sarebbe deceduta per “problemi cardio-circolatori, quindi una causa naturale per cui non si è ritenuto di dover effettuare nessun approfondimento Ma il problema –prosegue Noury – è che in realtà i mondiali i Calcio del 2022 sono figli di una logica prettamente economica, ancor più che le altre edizioni di una kermesse globale che muove enormi interessi e dunque enormi capitali. Peccato che a fronte della prospettiva di enormi guadagni, la questione dei diritti umani, notoriamente precaria in Qatar, sia stata totalmente sottaciuta“.

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