Saman Abbas, recupero del cadavere: resti seppelliti in una profonda buca, “situazione complicata”

Saman Abbas, recuperato il cadavere: i resti seppelliti in una profonda buca. Previsti due mesi di tempo per le analisi del corpo: “Una situazione complicata”.

Già nella giornata di ieri erano emersi nuovi dettagli sul caso di Saman Abbas, scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile 2021, presumibilmente uccisa dai suoi familiari che le avrebbero imposto un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan. Come riportato da Il Corriere della Sera,  gli inquirenti avrebbero intercettato un discorso tra il cugino e lo zio in prigione, una conversazione durante la quale sarebbero stati rivelati dei dettagli sul presunto delitto. “Io la immobilizzavo per le gambe mentre Danish e l’altro cugino la soffocavano“, avrebbe raccontato il cugino di Saman, Ijaz.

Saman Abbas, recupero del cadavere resti seppelliti in una profonda buca, situazione complicata - meteoweek.com
Saman Abbas, recupero del cadavere: resti seppelliti in una profonda buca, “situazione complicata” – meteoweek.com

Nel frattempo, riprendono le ricerche del corpo della giovane 18enne pachistana. I periti nominati dalla Corte d’Assise, incaricati del recupero dei resti, hanno infatti ripreso il sopralluogo dell’area che, secondo la pista maggiormente accreditata, sarebbe diventata dimora del cadavere della ragazzina. Un’area che si sviluppa attorno a un rudere pericolante e abbandonato, non troppo distante dall’abitazione dei famigliari della vittima.

Saman Abbas, avviato il sopralluogo per il recupero del cadavere

Sarebbe stato lo zio di Saman, Danish, a indicare agli investigatori il casolare in rovina dove la 18enne potrebbe essere stata sepolta durante la notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021. Secondo quanto raccontato dall’uomo, che avrebbe presumibilmente soffocato a morte la ragazzina, il cadavere si troverebbe in una buca profonda di circa due metri, scavata all’interno di un casolare diroccato a poche centinaia di metri di distanza dall’abitazione degli Abbas. Il sopralluogo è ricominciato proprio questa mattina alle 10, e i periti avranno due mesi di tempo per estrarre i resti e analizzarli.

Gli inquirenti, riportano le fonti, avrebbero definito la vicenda come una “situazione complicata”. Il casolare, infatti, è diventato un rudere pericolante a seguito del violento terremoto avvenuto nel 2012. Inoltre, pare che i resti della giovane pakistana non siano stati posizionati all’interno di un sacco, contrariamente a quanto ipotizzato all’inizio.

La ragazzina sarebbe stata uccisa e seppellita poco dopo, all’interno di una buca profonda circa due metri, direttamente a contatto con il terriccio. Sarà perciò ancora più difficile procedere con il recupero dei resti, e la zona dovrà essere setacciata molto attentamente. Una volta riusciti a recuperare quanto rimasto della giovane vittima, i periti dovranno poi portare i reperti presso l’obitorio di Milano, così da poter effettuare gli esami e per il prelievo del Dna.

Sul delicato caso stanno lavorando l’anatomopatologa forense Cristina Cattaneo di Milano, incaricata di fare la perizia sui presunti resti di Saman, e Marzio Massimiliano Capra, genetista biologo di Milano che già si occupò della morte di Yara Gambirasio. Ad incaricare quest’ultimo è stata Mariagrazia Petrelli, legale che assiste Ikram Ijaz – il cugino di Saman Abbas. Insieme a loro anche Dominic Salsarola, archeologo forense di Milano incaricato dal Tribunale.

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