Censis, il ritratto di un’Italia malconcia e malinconica, più povera e impaurita dalla guerra

Che Italia è quella di oggi? Il quadro fornito dal 56esimo rapporto Censis sulla situazione sociale italiana parla di un Paese che “vive in uno stato di latenza”.

Un’Italia insomma, in preda alla malinconia, intimorita dalla guerra e dal caro vita che corrode i risparmi e mette pressione sul fronte delle bollette.

“Il nostro Paese, nonostante lo stratificarsi di crisi e difficoltà, non regredisce grazie allo sforzo individuale, ma non matura“, spiega il rapporto. Un Paese che “non cresce abbastanza o non cresce affatto“. E se il Paese non è in salute, lo Stato non sta tanto meglio dato che “la macchina amministrativa pubblica è andata fuori giri e così non sarà in grado di trainare la ripresa“.

Più di individuo su quattro nel 2021 (il 25,4% della popolazione) nel 2021 è rientrato tra quelli a rischio di cadere nella povertà o tra i candidati all’esclusione. Per il 41,2% si trovano al Sud (rispetto al 21% nel Centro, al 17,1% nel Nord-Ovest e al 14,2% nel Nord-Est). Nel 33,9% dei casi fanno parte di famiglie dove a principale entrata è rappresentata dal reddito da pensione (contro il 18,4% e il 22,4% che fanno parte di famiglie con reddito principale da lavoro dipendente o autonomo). per il 64,3% appartengono a famiglie che percepiscono ‘altri redditi’, il 56,6% dei quali si caratterizza anche come soggetto a bassa intensità lavorativa.

Più del 40% degli individui a rischio povertà o esclusione sociale appartengono a famiglie dove almeno uno dei membri non è italiano (42,2%) o dove vivono tre o più minori (41,6%). Rispetto al 2019 crescono (milione in più) le famiglie in povertà assoluta: sono più di 1,9 milioni, il 7,5% del totale.

Il timore dell’inflazione

Tra le paure più forti degli italiani c’è il boom dell’inflazione: più 64,4% sta già intaccando i risparmi per venire a capo degli aumenti vertiginosi dei prezzi. Quasi tutti gli italiani (il 92,7%) credono che la corsa dell’inflazione andrà avanti a lungo e che occorre prepararsi fin da ora a tutelarsi. Il 76,4% è convinto che il prossimo anno le entrate familiari non avranno aumenti rilevanti, mentre il 69,3% ha paura che il proprio tenore di vita si abbasserà nei prossimi mesi (una percentuale che sale al 79,3% trai redditi più bassi)

Mentre i prezzi al consumo, sottolinea il Censis, sono aumentati del 6,7% nei primi sei mesi del 2021, nello stesso lasso di tempo gli stipendi dei lavoratori dipendenti a tempo pieno sono aumentato soltanto dello 0,7%. L’inflazione, oltre a colpire i redditi fissi, allarga anche il divario delle disuguaglianze: le famiglie più povere devono fare i conti con prezzi aumentati in media del 9.,8%, mentre per quelle più ricche l’aumento è pari al 6,1% (quasi 4 punti percentuali di differenza.

La paura di una guerra mondiale

Un’altra grande paura degli italiani (per il 61,1%) è quello di una nuova guerra mondiale. Il 57,7% teme che l’Italia possa entrare in guerra. Sempre secondo il Censis il 66,5% degli italiani, 10 punti percentuali in più rispetto al 2019 pre-pandemia, dichiara di sentirsi insicuro.

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