«Se togli il reddito ammazzo te e tua figlia»: Giorgia Meloni minacciata di morte sui social

Il partito fa quadrato attorno alla premier, minacciata di morte sui social assieme alla figlia per la politica del governo sul reddito di cittadinanza.

Sempre più preoccupante il clima teso e rabbioso che sta montando nel Paese.

Attorno alla stretta decisa dal governo Meloni sul reddito di cittadinanza si stanno addensando tensioni. È cosa più che nota. Una rabbia che si sfoga anche sui social, dove qualcuno è arrivato a minacciare di morte il premier e la figlia Ginevra.

«Se togli il reddito ammazzo te e tua figlia». «Ci vuole la morte di lei e sua figlia». «Veramente attenta, finiscila co’ sta cosa di togliere il reddito di cittadinanza sennò ti ammazzo ma lo capisci?». Sono soltanto alcuni dei messaggi scritti da un unico utente e riprodotti sull’account Twitter di FdI.

FdI fa quadrato attorno alla premier

Commenti minacciosi e intimidatori contro il presidente del Consiglio e la sua famiglia, contro i quali il partito si è compattato decisamente attorno alla sua leader. Fratelli d’Italia prende le difese del premier e stigmatizza le minacce imputandole al clima d’odio alimentato in particolar modo dai Cinque Stelle e dal loro leader Giuseppe Conte. «Fomentare rabbia sociale per raccattare qualche voto è pericoloso. Spero che Giuseppe Conte ci pensi un minuto e condanni senza esitazione questi violenti». Così su Twitter il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli.

Anche il sottosegretario all’Attuazione del programma di governo Giovanbattista Fazzolari ha espresso solidarietà e vicinanza al presidente del Consiglio per le pesantissime minacce di morte arrivate via social. Un episodio che Fazzolari definisce «inqualificabile» e frutto di un clima d’odio, scrive, «fomentato dalla narrazione falsa di chi sul disagio sociale cerca di lucrare facili consensi». Chiaro anche in questo caso il bersaglio polemico della presa di posizione del sottosegretario. Fratelli d’Italia non solo condanna le minacce ma invita tutti i partiti a manifestare solidarietà e a unirsi alla condanna.

Solidarietà anche dagli alleati di governo

Un invito al quale per ora sembrano aver aderito soltanto le atre forze della maggioranza. Dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani (Forza Italia) è arrivato un messaggio di vicinanza al premier e alla figlia per le gravi minacce subite e per le parole di odio: «Se qualcuno pensa di condizionare l’azione di questo governo con la violenza si sbaglia di grosso. Mi auguro una condanna trasversale verso l’accaduto», scrive Tajani su Twitter. Un invito alla responsabilità e a abbassare i toni arriva invece dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo (Forza Italia).

Anna Maria Bernini (FI), ministra dell’Università e della Ricerca, denuncia quello che bolla come un episodio «agghiacciante» e torna a rivolgersi alle forze politiche affinché condannino le minacce di morte «con determinazione senza alcun distinguo». Anche Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato, mette in guardia contro il «clima pericoloso». Alimentato, a suo dire, dal fatto «che questo governo è stato catalogato da alcuni come possibile pericolo per la democrazia». Un’etichetta infamante che potrebbe legittimare qualcuno che così potrebbe sentirsi autorizzato ad agire in maniera violenta. Malan ha anche ricordato episodi analoghi risalenti alla campagna elettorale, dove a essere minacciati erano stati sempre Meloni e l’attuale titolare della Diesa, Guido Crosetto. Un livore, sottolinea Malan, che «per altri partiti avrebbe indignato tutti. Visto che riguardava Fratelli d’Italia nessuno ha detto niente».

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