Animalisti, ma non solo, sul piede di guerra per gli esperimenti che sta apportando Neuralink, una delle tante aziende made in Elon Musk.
Neuralink Corporation, nota azienda statunitense di neurotecnologie, fondata da un gruppo di imprenditori, tra cui Elon Musk, che si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili, è finita nell’occhio del ciclone.
Il motivo che getta ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche sono gli oltre 1.500 decessi di animali, utilizzati per accelerare il suo progetto. Accusa pesanti, che hanno aperto di fatto un’indagine federale, come rivelato dall’autorevole Reuters. “E’ sotto indagine federale – si legge dalla Reuters – per potenziali violazioni del benessere degli animali”. Le lamentele sarebbero arrivate direttamente dal personale interno, rivela la Reuters, secondo cui i suoi test sugli animali sarebbe stati affrettati, effettuati senza tutte le dovute cautele e certezze, causando inutili sofferenze e morti.
Neuralink, un’azienda sempre molto borderline
Il motivo di questo trambusto va ricercato in quell’ambizioso progetto che ha in mente Neuralink Corp, ossia quello di sviluppare un impianto cerebrale che spera possa aiutare le persone paralizzate a camminare di nuovo e curare altri disturbi neurologici. Il problema, però, è come arrivare a questo progetto tanto sì ambizioso, quanto rischioso, in primis per gli animali utilizzati come cavie. Secondo la Reuters, comunque, l’indagine è stata aperta nei mesi scorsi dall’ispettore generale del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti su richiesta di un procuratore federale, secondo due fonti a conoscenza dell’inchiesta. “Si concentra – dice sempre l’autorevole agenzia di stampa – sulle violazioni dell’Animal Welfare Act, che regola il modo in cui i ricercatori trattano e testano alcuni animali”.
Dalla sua fondazione, avvenuta nel 2016, l’azienda ha sempre fatto parlare di sé, sia quando ha assunto molti famosi neuro-scienziati di varie università, sia per le sue pratiche molto borderline. Non solo. In appena tre anni ha ricevuto oltre 150 milioni di finanziamenti, la maggior parte solo di Elon Musk, con 90 impiegati.
Al tempo, Neuralink annunciò che stava lavorando a un dispositivo “simile a una macchina per cucire” capace di implementare fili molto sottili dentro il cervello, e dimostrò un sistema che legge informazioni da un topo di laboratorio tramite 1500 elettrodi (che si dice essere 15 volte più dell’attuale massimo per sistemi usati nei cervelli umani), e anticipò che avrebbe cominciato gli esperimenti con gli umani nel 2020. Ma stavolta Neuralink sembra aver superato quella sottile linea rossa fra il lecito e l’illegale. Lo deciderà l’indagine federale se e di quanto.