Qatargate, spunta il nome del «terzo uomo» dello scandalo: ecco chi è l’europarlamentare dei sospetti

A fare il suo nome sarebbe stato Francesco Giorgi nel corso della confessione ai magistrati belgi davanti ai quali avrebbe ammesso di gestire i contanti dell’organizzazione attraverso cui Qatar e Marocco cercavano di condizionare l’Europarlamento. 

I sospetti si concentrano su alcune mail e prese di posizione del recente passato proprio a proposito della politica del Qatar sui diritti umani.

Dopo le ultime rivelazioni del suo assistente Francesco Giorgi, la procura di Bruxelles lo considera il possibile «terzo uomo» del Qatargate. Il compagno della politica Eva Kaili avrebbe detto ai magistrati di sospettare che il suo datore di lavoro, l’europarlamentare napoletano del Partito democratico Andrea Cozzolino, possa aver preso soldi attraverso Antonio Panzeri.

Adesso vengono riletti e passati al setaccio episodi come la sua mail mandata a tutto il gruppo dei Socialisti&Democratici poco prima del voto del 24 novembre sulla risoluzione per i diritti umani ai Mondiali di calcio. Nella mail Cozzolino invitava a votare contro la parte del testo che accusava il Qatar di essere riuscito ad aggiudicarsi i Mondiali 2022 per mezzo della corruzione. «Il Parlamento Ue non dovrebbe accusare un Paese senza prove delle autorità giudiziarie competenti», diceva la mail. Lo riferisce il Corriere della Sera.

Nella chat interna degli eurodeputati dem Cozzolino si era poi difeso dalle accuse, ben poco velate, di aver fatto fare una brutta figura alla delegazione italiana con quella mail. «Guardate che è solo una questione politica, a quello che ho scritto io ci credo veramente».

La difesa dell’europarlamentare del Pd

L’eurodeputato campano Andrea Cozzolino – Meteoweek

Episodi che adesso vengono inevitabilmente riletti alla luce dello scandalo scoppiato con l’inchiesta sulle mazzette agli europarlamentari provenienti dal Qatar e dal Marocco. Ieri Cozzolino ha rilasciato un comunicato sulla vicenda per difendersi dai sospetti (fino a prova contraria, vige per tutti la presunzione di innocenza).

«Sono indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle istituzioni europee. A livello personale sono del tutto estraneo alle indagini». Cozzolino spiega di non essere indagato né di aver subito qualche interrogatorio o perquisizioni. Spiega di non avere mai rapporti con Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia sospettato di aver fatto da intermediario con Panzeri, né con gli 007 marocchini. «Non ho mai incontrato persone vicine ad agenzie o servizi di sicurezza, né tanto meno ho mai perseguito interessi, vantaggi o utilità personali nella mia vita politica. Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede».

Quella firma mancata sull’interrogazione

Ma fa pensare adesso anche la sua la sua mancata firma all’interrogazione con richiesta di risposta scritta presentata dalla maggior parte della delegazione italiana progressista dopo le frasi  dell’ambasciatore della Coppa del Mondo in Qatar Khalid Salman sul «danno mentale» dell’omosessualità e sul fatto che essere gay «è proibito».

Qualche giorno dopo, nella sottocommissione Droi per i diritti umani, con molti parlamentari del gruppo S&D pronti a protestare, Cozzolino interviene per primo. Dopo una battuta d’esordio sull’interruzione di due mesi del campionato per i Mondiali che avrebbe potuto creare «qualche problema» al suo Napoli in testa alla classifica, l’europarlamentare aveva proseguito così: «Mi pare imponente il lavoro che si è fatto in Qatar, soprattutto il dialogo sociale. Con gli organismi internazionali, con le Ong, con i sindacati. Noi dobbiamo incoraggiare questo dialogo e questo programma di riforme. Guai se nel momento in cui sta cominciando, noi come organismi internazionali come il Parlamento europeo frapponessimo ostacoli a questo sviluppo. Sarebbe un errore».

Parole che possono dire tutto o niente. Ma che ora assumono tutt’altra luce alla luce del più grave scandalo di corruzione che abbia mai colpito l’Europarlamento.

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