Molte persone si trovano ad avere a disposizione un certo capitale (per esempio per la vendita di un bene, per un’eredità ecc.) oppure piccoli risparmi mensili e si chiedono quale sia il modo migliore per proteggerli dall’inflazione, quel fenomeno che determina una perdita più o meno accentuata del valore del denaro che si è accumulato.
Secondo la BCE (la Banca Centrale Europea) e la FED (Federal Reserve Bank) è da considerarsi accettabile un tasso di inflazione del 2%; lo si considera infatti il giusto livello di crescita dei prezzi, quello che può contribuire alla generale crescita dell’economia. Oltre questo livello, l’inflazione non è considerata un fenomeno positivo. In Italia, per quanto riguarda l’anno 2023, l’inflazione media è stata del 5,7%.
È quindi lecito, tornando alle considerazioni iniziali, valutare la possibilità di minimizzare la perdita di valore di un capitale determinata dal fenomeno inflattivo se questo supera una determinata soglia.
Se si prende la decisione di investire un certo capitale è necessario tenere in debito conto sia la cifra che si vuole investire, sia scegliere una strategia di investimento.
Relativamente alla cifra, le cose cambiano molto a seconda del suo ammontare; un conto è disporre di 100.000 di liquidità e un altro voler investire periodicamente una piccola quota di risparmio mensile; qui per esempio si trovano alcuni suggerimenti per chi avesse a disposizione 50.000 euro come capitale di investimento.
Va da sé che se si dispone di un capitale di 10.000 euro sarebbe di fatto impossibile investirlo in obbligazioni con un taglio minimo da 100.000 euro, mentre sarebbe possibile pensare a un PAC, un Piano di Accumulo del Capitale, una soluzione di investimento che permette di investire anche piccole cifre periodiche. La cifra a disposizione può quindi indirizzare il tipo di investimento.
Investire un capitale: la strategia di diversificazione
Nel mercato finanziario esistono moltissimi prodotti a disposizione degli investitori; alcuni di essi sono meno rischiosi di altri, ma non esiste nessun investimento che abbia rischio zero. Per esempio, i Titoli di Stato sono considerati in linea di massima un investimento sicuro in quanto emessi da un governo centrale, ma il rischio, per quanto possa essere basso, non può mai essere considerato nullo perché uno Stato può fallire (si pensi per esempio all’Argentina che dal 2000 è andata in default tre volte).
Ciò premesso, una strategia che viene generalmente consigliata dagli esperti di finanza è quella della “diversificazione degli investimenti”; essa consiste sostanzialmente di includere nel proprio portafoglio finanziario diversi tipi di prodotti. Lo scopo è quello di limitare il rischio specifico che è tipico di ogni singolo investimento.
In linea di massima è poco probabile che tutti gli asset di un portafoglio abbiano un andamento negativo, così com’è improbabile che lo abbiano tutti positivo. Con la diversificazione si mira a un rendimento maggiore a lungo termine, con riduzione di rischi e volatilità.
La consulenza finanziaria indipendente
Se si decide di investire un determinato capitale si può valutare la possibilità di rivolgersi a un servizio di consulenza finanziaria indipendente; si tratta di consulenti che non hanno rapporti con banche o altre reti finanziarie. Il loro compenso è pagato a parcella dal cliente e non hanno remunerazioni sugli investimenti che consigliano.
Ovviamente è possibile anche decidere in proprio le modalità di investimento, ma è indubbio che i consulenti finanziari indipendenti abbiano competenze specifiche in ambito finanziario e possano essere in grado di suggerire soluzioni su misura per i propri clienti.