Scontro M5s-Rousseau, Casaleggio: “Bisogna trovare un accordo”

Il proprietario della piattaforma Rousseau, Davide Casaleggio, ha chiarito la natura dei rapporti che intercorrono con il M5s.

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Davide Casaleggio, proprietario della piattaforma Rousseau. Credit: Davide Casaleggio Facebook

“Tra il Movimento e Rousseau può e deve essere definito un accordo, tra l’altro previsto dallo Statuto, che definisca al meglio quello che già avviene nella realtà”. Lo ha detto in un’intervista Davide Casaleggio, presidente della Casaleggio e associati e proprietario della piattaforma Rousseau, utilizzata dal Movimento 5 stelle per le votazioni degli iscritti.

Il Movimento e la piattaforma Rousseau

Ma cos’è che già avviene nella realtà? Lo ha spiegato proprio Casaleggio: “Il Movimento ha la gestione politica decidendo, per esempio, le votazioni, i quesiti, le regole di candidature o tutti gli aspetti di indirizzo politico, mentre Rousseau si occupa di promuovere i metodi e gli strumenti di partecipazione a supporto di quell’indirizzo”. Proprio a proposito della giusta divisioni dei ruoli – e quindi della responsabilità delle decisioni – il Movimento e il proprietario della piattaforma online si scontrano dalla scorsa estate.

La tensione all’interno del M5s

Per questo, sostiene ancora Casaleggio, “questo accordo deve essere una partnership basata su valori, principi e progetti condivisi che ci si impegna reciprocamente a rispettare”. Anche perché all’apparenza non corre buon sangue, considerato il fatto che Casaleggio non si è presentato agli Stati generali del Movimento conclusi domenica scorsa, 15 novembre. E la tensione si taglia con il coltello anche all’interno del partito stesso, stando allo scambio di frecciatine avvenuto tra Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, e l’ex deputato Alessandro Di Battista, che si è dichiarato pronto a tornare in politica.

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Il piano 20/21 di Rousseau

Casaleggio ha poi annunciato la presentazione – prevista per il prossimo lunedì 23 novembre – del piano 20/21 di Rousseau. Puntiamo a una forte decentralizzazione della piattaforma dando strumenti ai territori che rendano autonomi gli attivisti. È il cuore dei modelli di Open Innovation a cui aspiriamo come Rousseau”. Si reinventerà la piattaforma, così come si dovrà reinventare il Movimento, a seguito delle sconfitte politiche subìte dal 2018 a oggi. Proprio a proposito della trasformazione nel M5s, Casaleggio ha raccontato: “Esiste già un organo collegiale: il Team del Futuro, sarebbe sufficiente analizzare le esigenze emerse e integrare questo organo con le funzioni che si rendono necessarie e facendo in modo che non vada mai a sostituire il principale organo collegiale: l’assemblea iscritti”.

Lo schieramento Di Battista

Quello che è risultato chiaro, nell’intervista del presidente della società, è che Casaleggio parteggia per lo “schieramento” di Di Battista: quello legato ai valori originali del Movimento, critico nei confronti della dirigenza che ultimamente lo avrebbe snaturato. Ad esempio con l’alleanza strutturale con il Pd. Sulla regola del doppio mandato, citata anche da Dibba nel suo intervento agli Stati generali, infatti, ha detto: “È necessario lavorare al trasferimento di competenze mettendo al centro la formazione per ‘passare il testimone’. Chiederemo a tutti gli eletti che stanno concludendo il secondo mandato di diventare ‘docenti’ e formare chi un giorno andrà al loro posto”.

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“Il Movimento deve uscire dalla crisi”

Quello che è importante adesso, tuttavia, è far uscire il M5s dalla crisi. E per farlo deve rimettere al centro “i temi e le battaglie condivise. Se tutto il dibattito verte solo su struttura, stipendi e poltrone ci si annichilisce. L’ambiente e l’innovazione sono due potenti motori del cambiamento”. E di certo evitare l’apertura a Forza Italia. Ma su questo, al momento, Casaleggio sembra tranquillo: per ora “mi sembra una questione consultiva. Se dovesse esserci un cambio di maggioranza necessario credo si dovrà chiedere agli iscritti”. 

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