Caso Lojola, la ministra Bellanova: “L’Inps usi buonsenso”

Nel 2013 a Marina di Massa un uomo uccide l’ex moglie, ferisce gravemente il suo nuovo compagno e si suicida. Dopo sei anni, l’Inps chiede alle due figlie minorenni dell’omicida e della vittima i soldi spesi per l’assegno di invalidità del nuovo compagno. 124 mila euro. La ministra dell’Agricoltura Bellanova si appella all’Inps: “Venga utilizzato il buonsenso”.

Teresa Bellanova
Teresa Bellanova

Sono passati sei anni, da quando Marco Lojola uccise la moglie, ferì il suo nuovo compagno e poi si tolse la vita. Una tragedia che fece due ulteriori vittime: le figlie della coppia. Due ragazzine, ad oggi ancora minorenni, che persero la mamma ed il papà. In quella maniera atroce, poi.

Sei anni dopo, il – a volte – surreale cammino della burocrazia italiana torna a far parlare di quel caso. L’Inps recapita alle due ragazze una richiesta di rimborso di 124 mila euro. Si tratta delle spese di indennità di malattia e dell’assegno di invalidità che lo Stato ha erogato al nuovo compagno dell’ex moglie di Lojola, ferito gravemente durante la sparatoria.

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Le due giovani sono eredi dell’assassino, e per legge la richiesta dell’Inps è legittima. Ma assurda, come fa notare Teresa Bellanova. La ministra dell’Agricoltura, evidentemente colpita dalla straziante vicenda, interviene e lancia un vero e proprio appello: Faccio appello al presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Il terribile femminicidio commesso da Lojola risparmiò due vittime, le più fragili: le figlie della coppia. Oggi l’Inps chiede alle due ragazzine 124mila euro per pagare l’indennità di malattia e l’assegno di validità all’uomo ferito dalla furia omicida del padre” scrive la Bellanova su Facebook.

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“Un atto legittimo ma contrario a ogni buonsenso” aggiunge poi. “Come Stato abbiamo il dovere di proteggere le vittime di femminicidio, non di vessarle. L’Inps rinunci al recupero coattivo di quelle somme, troviamo una soluzione a questo crudele paradosso. Quelle due giovanissime donne hanno già pagato un prezzo altissimo”. Parole di buonsenso, che pur riconoscendo la legittimità della richiesta dell’istituto di previdenza, fa riferimento ad un evidente inopportunità. L’appello della ministra ha anche un destinatario, citato nel post: Pasquale Tridico, presidente dell’Inps. Che a questo punto, è tenuto a dare una risposta.

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