Omicidio Sacchi, respinta istanza Anastasiya. Princi resta in carcere

Il Riesame respinge le istanze presentate dagli avvocati: “Le motivazioni saranno pubblicate entro 45 giorni”. Entrambi sono indagati nell’ambito del tentato acquisto di droga

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Il tribunale del riesame di Roma ha respinto le istanze di attenuazione delle misure cautelari presentate dai difensori nell’ambito della vicenda dell’omicidio di Luca Sacchi. Il 24enne fu ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani a Roma, nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso.

Resta dunque in carcere Giovanni Princi, mentre per Anastasia Kilemnik resta in vigore l’obbligo di firma. Entrambi sono indagati nell’ambito del tentato acquisto di droga, le cui motivazioni saranno depositate entro quarantacinque giorni.

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Le ultime ricostruzioni e i legami con i pusher

Dodici giorni prima di essere assassinato, Luca Sacchi aveva accompagnato l’amico d’infanzia Giovanni Princi a un incontro con Fabio Casale. Sarebbe quest’ultimo la chiave per ricomporre il puzzle dello spaccio e dell’acquisto di stupefacenti. Condannato a sedici anni in primo grado per droga, Casale è coinvolto in un’inchiesta insieme ad altri trafficanti colombiani e boliviani. Avrebbero tentato di importare in Italia quantità di droga dal Sud America. Un canale considerato importante dallo stesso Princi.

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Qualcosa, però, andò storto. Il piano originario fu ripensato. Scoperti da alcuni poliziotti, furono costretti a interrompere i contatti e a lasciare in sospeso l’operazione. A questo punto, Princi avrebbe maturato la decisione di tentare un’altra strada, rivolgendosi ai pusher di San Basilio. Legami giudicati verosimilmente meno pericolosi. Entrò quindi in contatto con Del Grosso e Pirino, abbandonando definitivamente Casale.

I due giovani erano stati incaricati da Marcello De Propris nella gestione della trattativa e della consegna di 15 ben kg di hashish. Il valore è di 70mila euro. Quella sera, però, qualcosa va storto. E finisce in tragedia.

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