Prescrizione, l’ex ministro Mannino: “No a riforma. Pd segue capricci M5S”

Sulla riforma della prescrizione l’ex ministro democristiano Mannino dice no: “Mi sembra che il Pd segua i capricci del M5S. Il cambio dal primo gennaio? E’l’errore degli errori nella politica giudiziaria”

L’ex ministro democristiano Calogero Mannino dice no alla riforma che dal primo gennaio abolisce la prescrizione. La definisce “l’errore degli errori nella politica giudiziaria” che va ad introdurre una “lesione difficilmente sanabile”.

Mannino, recentemente assolto in appello nel processo sulla trattativa Stato-mafia, dice la sua su una riforma fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e dal ministro Bonafede. Quest’ultimo nelle scorse settimane aveva addirittura minacciato la crisi di governo in caso di ostruzionismo da parte del Pd. “Mi pare che fino a questo momento il Pd sia stato in tutto al rimorchio del capriccio dei Cinque stelle – sottolinea Mannino – un sentore confermato dalla prescrizione. Ma anche altri atti politici che il governo ha fin qui compiuto sembrano andare in quella direzione. In linea di fatto c’è un Pd al rimorchio di Cinque stelle”.

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“Funzioni del Gip ridimensionate”

Per l’ex ministro la sentenza di assoluzione arrivò, nonostante il processo con il rito abbreviato, solo dopo sette anni. In passato era stato imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, ma anche lì fu assolto dall’accusa. Una sentenza di assoluzione definitiva arrivata, però, giunta dopo quasi venti anni. “Oggi mi sembra che la prescrizione – precisa – sia molto raramente un’arma nelle mani dell’imputato. Piuttosto è nelle mani del pubblico ministero. Questi è ormai, per universale riconoscimento, il dominatore del processo. Ne stabilisce i tempi”.

Secondo Mannino il potere assoluto sarebbe ridimensionata anche la funzione del gip. “Il Pm non viene mai arginato dal gip. La funzione di quest’ultimo è assolutamente un flop nell’attuale codice di procedura penale”.

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