Sulla reazione, legittima, del Papa si interroga la scorta. Dov’erano?

Dopo l’ironia dei social, al Vaticano cominciano a porsi le prime domande. Come è potuto succedere che una fedele qualsiasi, senza nessuno sforzo, sia riuscita ad infastidire il Santo padre? La scorta dov’era.

Non è bastata l’ironia dei social, e la scusante da tutti concessa al Santo padre, a quietare le acque all’interno delle mura vaticane. In tanti tra addetti ai lavori e non si sono interrogati sul ruolo della scorta, della sua funzione e sulle modalità del suo intervento.

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Sull’AGI, l’Agenzia giornalistica italiana, è intervenuto il Comandante Alfa. Alfa è l’uomo senza volto che anni fa ha fondato il Gis, Gruppo di intervento speciale a disposizione della collettività 24 ore su 24. Un solido gruppo di intervento che agisce nei momenti più concitati e complessi, una vera e propria divisione ombra delle nostre forze dell’ordine chiamata in causa nelle operazioni più pericolose. E’ il Comandante Alfa ad aver addestrato le forze speciali italiane per diversi decenni. Un ruolo di prestigio che gli ha permesso di essere chiamato a insegnare le tecniche di sicurezza alle polizie di mezzo mondo.

L’analisi di Alfa

“La tutela è una cosa seria. È la seconda volta che accade in Vaticano” spiega il Comandante Alfa all’AGI. Qualche anno fa, ricorda nell’intervista, fu Papa Benedetto XVI ad essere vittima di fedeli troppo appassionati. Una signora scavalcò la recinzione durante la messa di Natale e fece cadere il pontefice. Sul caso dell’altra sera invece, commenta così “A quel punto non ci si doveva proprio arrivare”.

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Alfa è uno degli addestratori della sicurezza pontificia, ed è proprio nel merito di quel momento che è voluto entrare. “Garantire la sicurezza a Papa Francesco è molto difficile, perché lui stesso non vuole gli uomini attorno – ha spiegato l’addestratore. In situazioni come capodanno, bisogna stare fra le transenne e il Papa, creando uno spazio. Il Santo Padre invece stava troppo accanto alle transenne. Indipendentemente da quello che dice il tutelato, anche se è il Papa, non lo si può lasciare così”.

Il lavoro della scorta

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Alfa poi continua, richiamando tutti a prestare attenzione al difficile lavoro che gli agenti svolgono.”Questo è un lavoro molto difficile, un lavoro di prevenzione, dove la collaborazione fra protetto e sicurezza è fondamentale. Insiste il comandante sulle colonne dell’Agi – La routine è pericolosissima, non succede mai niente, ma quando non sei concentrato e accade qualcosa, avrai una reazione molto lenta. Basta ricordarsi di quando al Presidente Berlusconi tirarono la statuetta, lì la sicurezza si sentiva tranquilla ed accadde quello che tutti sappiamo. Tutti gli uomini della sicurezza guardavano le telecamere e l’uomo che tiro’ la statuetta ebbe la possibilità di mirare ben tre volte. Inaccettabile”.

 

 

 

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