Libia, la reazione del Consiglio di Stato all’appello di Erdogan e Putin

I presidenti di Turchia e Russia avevano richiesto il “cessate il fuoco” a partire da sabato. Positiva la risposta da parte dei vertici della Libia.

Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdoğan sono ancora una volta d’accordo. Questa volta, ad accomunare i pensieri dei leader di Russia e Turchia è la gestione della situazione della Libia. In particolare, dopo il rapimento del premier Al-Sarraj, la tensione in questi territori è ai minimi storici. Ma due leader dal carattere forte come Erdogan e Putin non ci stanno.

Durante il recente vertice avvenuto nelle scorse ore a Istanbul, infatti, i leader russo e turco hanno richiesto il “cessate il fuoco”. Si è trattato di un appello accorato, da mettere in pratica a partire dalla notte tra sabato e domenica prossimi. La sensazione avuta dai presenti è che Putin ed Erdogan puntino a una situazione già in atto. Stiamo parlando della pace armata attualmente in vigore in Siria. La situazione in corso in questi territori hanno fatto si che Stati Uniti e Unione Europea fossero in una posizione un po’ più defilata.

Un carroarmato libico in azione a Sirte – meteoweek.com

E dall’Alto Consiglio della Libia arrivano pareri favorevoli relativi a questa richiesta. L’agenzia turca Anadolu ha pubblicato una nota in cui si porta a conoscenza la reazione di Tripoli. “Le dichiarazioni del presidente turco e del presidente russo riguardo la crisi libica e l’attacco contro la capitale vengono accolte con favore dall’Alto Consiglio“. Il dialogo tra le parti deve rientrare nell’Accordo politico libico siglato nel dicembre del 2015 a Skhirat, in Marocco. Dunque si potrebbe andare verso una deposizione delle armi, sia da parte delle truppe libiche che per quanto riguarda quelle di Haftar. Il tutto mentre proseguono gli incontri diplomatici, come quello che vede impegnato il premier italiano Giuseppe Conte.

Nel frattempo, questa presa di posizione da parte di Erdogan e Putin potrebbe aprire nuovi orizzonti. Non è in pericolo il patto tra Ankara e Mosca, anzi viene rafforzata la visione anti-Usa ancor più accentuata dopo i recenti fatti in Iraq, con l’uccisione di Soleimani.

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