Menenti: ergastolo per l’omicidio di Via Ricci, torna in libertà dopo 7 anni

Padre e figlio condannati per l’omicidio di Alessandro Polizzi avvenuto a marzo del 2013 e per il ferimento della sua fidanzata Julia, tornano in libertà.

Menenti: ergastolo per l’omicidio di Via Ricci, torna in libertà dopo 7 anni – meteoweek

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Era il marzo del 2013 quando a Perugia in Via Ricci Alessandro Polizzi veniva brutalmente aggredito e ucciso; ferita anche la sua fidanzata Julia Tosti. Condannati per la tragedia padre e figlio (mandante morale ed esecutore materiale), quest’ultimo ex fidanzato della giovane. L’uno prese 16 anni, il padre l’ergastolo ed oggi dopo 7 anni è di nuovo in libertà per decorrenza dei termini (Come riportato dal Corriere dell’Umbria).

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La Corte d’Assise d’Appello di Firenze nella sentenza emessa il 19 giugno 2019, aveva indicato la data del 10 gennaio per la sua scarcerazione nel caso non fosse nel frattempo intervenuta una sentenza definitiva: non essendoci stata altra pronuncia Menenti è potuto uscire dal carcere.

Julia Tosti aggredita insieme al suo fidanzato in Via Ricci, e sopravvissuta alla tragedia – meteoweek

«Doloroso e incomprensibile per i familiari aver appreso che l’assassino di Alessandro è libero dopo poco più di sei anni». Lo dice all’Adnkronos Nadia Trappolini, legale della famiglia di Alessandro Polizzi. «Ci auguriamo ora – continua – che il processo davanti alla Cassazione si celebri in tempi rapidissimi. Si possa finalmente mettere la parola fine allo strazio della famiglia di Alessandro. Ci aspettiamo una conferma della condanna».

Padre e Figlio condannati per l’omicidio di Via Ricci – meteoweek

Il legale di Menenti avrebbe fatto sapere: «Riccardo Menenti in sei anni e mezzo è stato un detenuto modello: ha studiato sostenendo esami universitari, ha lavorato, non ha mai ricevuto un rimprovero. Pentito già da tempo, è cambiato profondamente. Ora fuori dal carcere, vive con ansia l’attesa di un nuovo verdetto che potrebbe cambiargli notevolmente la vita».

«Riccardo Menenti pentito? Non ci risulta. In tanti anni – racconta invece l’avvocato della famiglia – non c’è stato mai un segnale: nelle aule di giustizia siamo stati fianco a fianco ma nemmeno uno sguardo. A parte le parole di circostanza pronunciate davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Firenze Corte d’Assise, che secondo i genitori della vittima sono state strumentali, volte all’ottenimento delle attenuanti, non ha mai chiesto scusa. Ben più grave il fatto che non si sia mai pentito. Un ulteriore dolore per i familiari».

Ora si attende il giudizio della Cassazione per sapere in che modo finirà l’intera vicenda.

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